Zimbabwe, l’Africa può dominare il mercato legale della cannabis

di claudia

Coltivare, produrre, lavorare ed esportare cannabis a scopo medico sta diventando un business molto remunerativo in Zimbabwe, con l’Africa che potrebbe presto dominare il mercato mondiale della cannabis legale: la King kong organics Zimbabwe, una sussidiaria della californiana Kkog Global, ha aperto a Chegutu, 130km a ovest di Harare, una fattoria per la coltivazione di cannabis e a a Msasa, alla periferia est di Harare, uno stabilimento dove trasformerà la cannabis prodotta, per esportarla a scopo medico.

Lo riporta il quotidiano The Herald Zimbabwe. Il governo di Harare, dal 2018, ha autorizzato 57 diverse aziende a coltivare cannabis destinata all’esportazione nel mercato globale di cannabis medica, soprattutto verso il Canada: ad oggi Kkog è l’azienda che ha ottenuto i migliori risultati in questo mercato, riuscendo a seminare con la cannabis oltre 1000 ettari di terreno e realizzando un laboratorio all’avanguardia per la sua trasformazione. Tuttavia non si parla più solo di esportazioni poiché il governo dello Zimbabwe ha intuito il potenziale che la cannabis medica può avere anche nel mercato interno: Mavis Sibanda, segretario permanente del ministero dell’Industria e del commercio, ha detto che il nuovo impianto di King Kong organics offrirà una grande opportunità ai ricercatori e agli scienziati locali per apprendere e sviluppare nuovi medicinali a base di cannabis destinati al mercato locale, nell’ambito di un più grande obiettivo di rendere lo Zimbabwe attrattivo come destinazione per il “turismo medicale”.

Il solo turismo, in Zimbabwe, vale 500 milioni di dollari all’anno e “il prossimo passo della nostra road map per lo sviluppo dello Zimbabwe sarà l’implementazione della nostra prima zona verde medicinale a Victoria Falls” ha dichiarato Sibanda. Rene Joseph, amministratore delegato di Kkog, ha dichiarato che ai clienti dell’azienda “piace il fatto che i nostri prodotti vengano creati in Africa” e ha sottolineato che dopo aver completato una struttura l’azienda coinvolgerà medici, ricercatori e scienziati in modo che possano sviluppare nuovi prodotti. “Kkog crede che l’Africa abbia la capacità di controllare l’industria della cannabis nel suo insieme e, con i gruppi e le partnership giuste, avrà una grande parte della quota di mercato. Se non tutta”.

Attualmente King Kong organics è autorizzata dal governo a coltivare 300 ettari di terreni a cannabis, cui si aggiungono a 2,5 ettari di serre. In Africa Kkog è presente in molti paesi come Ruanda, Malawi, Lesotho, Sierra Leone, Uganda, Tanzania, Sud Africa e ha l’unico impianto di estrazione di cannabis nella Repubblica democratica del Congo.

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