Tunisia | Parto difficile per il governo Jemli

di Enrico Casale
Habib Jemli

Il governo c’è. Adesso deve ottenere la fiducia del Parlamento. E non sarà una passeggiata. Dopo un mese e mezzo di consultazioni e il fallimento delle concertazioni con i partiti politici, il premier incaricato Habib Jemli ha annunciato ufficialmente i nomi dei componenti della sua squadra di governo che sottoporrà alla fiducia del Parlamento. Si tratta di 27 ministri e 14 sottosegretari, selezionati tra «personalità indipendenti» e nomi non conosciuti al grande pubblico, con qualche riconferma, come René Trabelsi al Turismo e un ritorno come Fadhel Abdelkhefi allo Sviluppo e alla Cooperazione.

Il compito di Jemli, designato dal partito di maggioranza relativa Ennhadha,  si è rivelato complesso. Il 13 dicembre ha chiesto la proroga di un mese delle trattative dopo aver incassato la defezione di Attayar, Echaab e Tahya Tounes e il no di Qalb Tounes. Ciò lo ha costretto a optare per un governo di «personalità indipendenti», sganciate dai partiti.

Riusciranno a ottenere la maggioranza dell’assemblea? Occorrono almeno 109 voti su 217 per far partire l’esecutivo. Al momento Jemli può contare solo sul sostegno di Ennhadha visto che Attayar, Echaab, Tahya Tounes, Qalb Tounes, Al Karama hanno già annunciato di non voler accordare la fiducia al suo esecutivo. Il presidente Saied ha già inoltrato una formale lettera all’ufficio del Parlamento per la fissazione della data del voto.

 

 

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