Tanzania, si celebra l’unione con Zanzibar

di Enrico Casale
Tanzania

Oggi 26 aprile la Tanzania celebra la Festa dell’Unione (Union Day), una festività nazionale che ricorda la data in cui nel 1964 è avvenuta l’unificazione (da cui il nome della giornata) di Tanganica e Zanzibar, dando così vita alla Repubblica Unita di Tanzania, con Julius Nyerere.

Con la rivoluzione del 1964 portata anche dal vento dei movimenti indipendentisti africani, l’ultimo sultano di Zanzibar, Jamshid ben Abdallah, venne rovesciato e fuggì in esilio nel Regno Unito, mentre tutti i membri del primo governo indipendente furono arrestati. Prese il potere Abeid Amani Karume, leader della coalizione Afro-Shirazi d’ispirazione panafricanista e marxista leninista, mentre gruppi di insorti si misero a reprimere duramente arabi, persiani e asiatici, uccidendoli o costringendoli alla fuga. Il numero delle vittime dell’eccidio è oggetto di controversie ma si parla di 20.000 morti in quella che alcuni definiscono una vera e propria pulizia etnica. Secondo lo storico Johnathon Glassman, Zanzibar aveva perso circa un quarto della sua popolazione araba entro la fine del 1964. 

L’Unione con la repubblica di Tanganica, da poco liberata dalla tutela britannica e allora guidata da Julius Nyerere, arrivò poco dopo, il 26 aprile del 1964, nel tentativo di risollevare la nazione martoriata, di consolidarne il potere e di renderla più resistente ai possibili shock esterni. Alcuni analisti vedono dietro l’accordo la mano delle grandi potenze occidentali in un contesto più ampio di guerra fredda e nel timore dell’influenza comunista su Zanzibar, ma non è una teoria sulla quale tutti concordano. 

Sta di fatto però che ai zanzibari non fu chiesto un parere e che la nascita della Tanzania non è stata una questione dibattuta con i rispettivi popoli, bensì una trattativa tra leader politici. “L’Unione imperfetta” titolava il giornale britannico The Economist in un articolo dedicato al cinquantesimo anniversario della nascita della repubblica unita, e alle tensioni tuttora persistenti tra l’amministrazione centrale e quella della regione semi-autonoma. 

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