Sud Sudan, Unicef: stop al reclutamento di bambini soldato

di Enrico Casale
rilasciati 350 bambini soldato nella Repubblica centrafricana

In occasione della Giornata internazionale contro l’utilizzo dei bambini soldato, questo 12 febbraio, il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef) chiede la fine dell’uso dei bambini nei conflitti armati in tutto il mondo, e in particolare in Sud Sudan, dove l’organizzazione internazionale ha sostenuto il rilascio di 3.785 bambini soldato dal 2013.

«È con grande determinazione e impazienza che chiedo a tutte le forze armate di porre immediatamente fine al reclutamento e all’uso dei bambini – ha dichiarato Andrea Suley, rappresentante dell’Unicef in Sud Sudan -. Chiedo al governo del Sud Sudan di stanziare fondi e avviare l’attuazione del piano d’azione contro le sei gravi violazioni dei diritti dei bambini nei conflitti armati, firmato lo scorso anno».

Questa settimana, l’Unicef ha lanciato una serie video chiamata Quando chiudo gli occhi. Si basa su testimonianze reali di bambini del Sud Sudan e mira a richiamare l’attenzione sugli effetti psicologici dell’uso dei bambini da parte delle forze armate e dei gruppi. Dopo essere stati rilasciati o fuggiti, i bambini spesso affrontano incubi, comportamenti aggressivi, pensieri ossessivi e ansia.

«Mentre le ferite fisiche vengono guarite rapidamente, le ferite psicologiche rimangono spesso aperte e difficili da guarire – ha sottolineato Suley . Affinché i bambini utilizzati dalle forze armate e dai gruppi possano ricostruire le loro vite e creare un futuro per se stessi, devono ricevere sostegno psicosociale e cure adeguate quando necessario».

La natura di queste violazioni dei diritti dei bambini rende difficile stimare il numero di bambini che sono attualmente reclutati e che sono stati utilizzati dalle forze armate e dai gruppi armati, ma sulla base dei numerosi rapporti, l’Unicef può supporre che ce ne siano migliaia nel solo Sud Sudan, dove l’organizzazione ha chiesto 4 milioni di dollari per il programma Caafag (children associated with armed forces and armed groups) per il 2021.

Sotto l’egida della Commissione nazionale per il disarmo, la smobilitazione e il reinserimento del governo del Sud Sudan, i bambini liberati sono ospitati in centri di assistenza ad interim istituiti dall’Unicef e dai suoi partner, dove ricevono beni di prima necessità come vestiti, cibo e servizi sanitari. L’Unicef sta implementando un piano multisettoriale triennale per ogni bambino per garantire che riceva il seguito e il sostegno necessari.

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