Sud Sudan, 150 morti da inizio anno per gli scontri intercomunitari

di claudia

di Tommaso Meo

La rinnovata violenza intercomunitaria in Sud Sudan ha già causato 150 morti nei primi 36 giorni del 2024, oltre a 165 feriti, secondo stime riportate dal Sudans Post.

L’anno è iniziato il 28 gennaio con un attacco nella zona di Abiey da parte di giovani armati del vicino stato di Warrap, sostenuti da elementi fedeli al leader spirituale Gai Machiek. Il raid ha provocato 52 morti e 64 feriti. Questo incidente è stato seguito da un altro il 4 febbraio, che ha causato la morte di 37 persone e il ferimento di altre 36 persone. Anche questi scontri sono stati attribuiti a giovani di Warrap e a uomini armati legati a Machiek. Il 31 gennaio, altri combattimenti lungo il confine tra gli stati di Warrap e Lakes erano risultati mortali per 38 persone.

Nella contea di Akobo, nello stato di Jonglei, il 4 febbraio, presunti giovani armati Murle hanno ucciso due persone e ne hanno ferite altre dieci mentre nello Stato del Bahr el-Ghazal occidentale, nella contea di Jur River, il 5 febbraio sono state uccise almeno 20 persone. Nell’attacco sono stati bruciati una stazione di polizia e un mercato. Anche eventi apparentemente pacifici si sono rivelati mortali. Un attacco contro un funerale nella contea di Panyijiar nello stato di Unity ha provocato un morto e tre feriti.

I conflitti non sembrano essere direttamente collegati tra loro, ma sono tutti legati al controllo del territorio e delle risorse naturali, anche se probabilmente seguono anche linee di scontro etnico e politico.

Commentando le cifre, la non profit sud-sudanese Cepo, Community Empowerment for Progress Organization, ha espresso gravi preoccupazioni per l’escalation di violenza, in particolare ad Abyei. Il direttore esecutivo del Cepo, Edmund Yakani, ha detto che la situazione sta “prendendo una forma inquietante” e che gli attacchi potrebbero configurarsi come crimini d’odio o addirittura genocidio.

Intanto la gravita della situazione ha portato il presidente Salva Kiir Mayardit e il primo vicepresidente Riek Machar, le cui rispettive forze si sono scontrate durante la guerra civile del 2013-2018, a incontrarsi lunedì per discutere gli ultimi incidenti e chiedere la fine della violenza intercomunitaria nel Paese. Il Sud Sudan dovrebbe andare al voto alla fine dell’anno per eleggere un nuovo presidente e il parlamento, ma la crescente insicurezza potrebbe pregiudicare lo svolgimento delle tanto attese elezioni. 

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