Somalia: allarme ong, la peggiore siccità degli ultimi 10 anni

di claudia
siccità in zimbabwe

La Somalia sta vivendo la peggiore siccità degli ultimi dieci anni, con milioni di persone che soffrono la fame e che sono costrette a lasciare le proprie case in cerca di cibo e acqua.

Stando all’ultimo studio realizzato da Save the Children nel novembre scorso in 15 delle 18 regioni della Somalia, la maggior parte delle famiglie non mangia con regolarità. Più di un terzo delle famiglie include almeno una persona rimasta senza cibo per un periodo di 24 ore e quasi sei persone su 10 hanno riferito che almeno una persona del proprio nucleo familiare ha perso la propria fonte di reddito, in gran parte a causa della morte del bestiame. Sono quasi 700.000 i capi di bestiame, tra cammelli, capre, pecore e bovini, morti per cause legate alla siccità in due mesi.

Save the Children evidenzia come l’impatto sulle famiglie si faccia sentire con più forza a causa di diversi fattori: ripetute e prolungate stagioni di mancate precipitazioni in rapida successione, un peggioramento delle condizioni di sicurezza, le infestazioni delle locuste del deserto, l’aumento dei prezzi dei generi alimentari, la riduzione  delle rimesse e il venir meno dell’impegno dei donatori.

Nei giorni scorsi è stato il Programma alimentare mondiale dell’Onu (Pam) a lanciare l’allarme per la regione del Corno d’Africa, affermando che la grave siccità in corso nella regione porterà alla fame 13 milioni di persone tra Etiopia, Kenya e Somalia. In Somalia, ha precisato il Pam, si stima che il numero di persone in condizioni di insicurezza alimentare acuta possa aumentare da 3,5 a 4,6 milioni di persone tra febbraio e maggio 2022, in assenza di una adeguata assistenza umanitaria.

Il Pam ha annunciato l’intenzione di rafforzare il proprio intervento a sostegno di altre 600.000 persone nella prima metà dell’anno, raggiungendo così un totale di quasi 2,5 milioni di persone.  L’agenzia Onu ha sollecitato, complessivamente per la regione, 327 milioni di dollari per rispondere ai bisogni immediati di 4,5 milioni di persone nei prossimi sei mesi

“I donatori hanno una finestra ristretta per prevenire un grave disastro umanitario in Somalia – ha detto Mohamud Mohamed, Direttore di Save the Children in Somalia – abbiamo fallito nel 2011, fatto progressi nel 2016-17 e ora sembra che siamo tornati al punto di partenza. Temiamo di tornare indietro, alla situazione del 2011, in cui morirono centinaia di migliaia di persone”.

Durante la siccità del 2011 la risposta lenta ai primi allarmi lanciati dalle organizzazioni umanitarie portò alla morte almeno 260.000 persone, la metà delle quali aveva meno di 6 anni, ha ricordato oggi l’ong. E alla fine della crisi, i donatori avevano garantito il 56% della richiesta di finanziamento delle Nazioni Unite.

Il direttore di Save the Children Somalia teme anche che “la situazione politica a livello mondiale oscuri le sofferenze del popolo somalo”: “C’è tanta fame e tanto bisogno. Il colpevole ultimo è il cambiamento climatico. La Somalia ha sempre avuto periodi siccità e i somali hanno sempre saputo come affrontarli: lottano, perdono il bestiame, contano le perdite e poi si riprendono. Ma ora, i lassi di tempo tra una siccità e l’altra si stanno riducendo. È un ciclo killer e sta derubando i bambini somali del loro futuro”.

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