Senegal: crisi climatica, Kerry chiede il contributo dell’Africa

di claudia

Le nazioni africane devono aiutare a combattere il cambiamento climatico e frenare l’aumento delle temperature che, con i suoi effetti, sta colpendo i raccolti e causando inondazioni e siccità nella regione. Lo ha detto l’inviato statunitense per il clima John Kerry nel corso della Conferenza ministeriale dei ministri dell’ambiente africani organizzata nella capitale del Senegal in vista della Cop27 in programma in Egitto a novembre. Lo riporta la Reuters.

Alla Conferenza ministeriale africana sull’ambiente Kerry ha riconosciuto che i 48 paesi dell’Africa subsahariana emettono solo lo 0,55% delle emissioni nocive globali, ma ha sottolineato il fatto che ogni nazione deve contribuire ed essere unita alle altre di fronte alla crisi climatica in atto: “Tutti noi siamo minacciati dalle emissioni e a Madre Natura non importa da dove provengano quelle emissioni” ha detto Kerry, aggiungendo che “la sfida della crisi climatica viene dalla crisi delle emissioni in ogni Paese”.

Venti paesi, compresi gli Stati Uniti, sono responsabili dell’80% delle emissioni globali, ha ricordato Kerry. Carbone, petrolio e gas, motori dell’economia americana, sono i peggiori emettitori, concordano gli esperti di clima. Man mano che gli impatti dei cambiamenti climatici vengono messi a fuoco, le grandi economie hanno il difficile compito di cercare di persuadere le nazioni africane a ridurre le emissioni o ridurre gli investimenti nei combustibili fossili in un momento critico del proprio sviluppo economico: è questa la missione di Kerry alla Conferenza di Dakar.

Il Senegal diventerà un importante produttore di petrolio e gas quando i giacimenti appena sfruttati al largo della costa atlantica inizieranno a produrre, nei prossimi due anni. Il presidente Macky Sall ha detto che la fine dei finanziamenti per l’esplorazione del gas sarebbe un “colpo fatale” per le economie emergenti.

Tuttavia, il messaggio di Kerry arriva in un momento significativo: le inondazioni hanno ucciso centinaia di persone in questa stagione delle piogge in Nigeria, Niger e Ciad, e milioni di persone nel Corno d’Africa devono affrontare una grave fame a causa della siccità, in veloce peggioramento: “Non possiamo permetterci di ripetere gli errori del passato”, ha detto Kerry. “Il modo in cui decideremo di affrontare il futuro avrà un profondo impatto, non solo sull’Africa, ma sulla nostra capacità come pianeta di risolvere questo problema”. 

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