Sahel, Oms sblocca fondi per emergenza sanitaria

di claudia

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha sbloccato 8,3 milioni di dollari dal suo fondo di riserva di emergenza per assistere 10,6 milioni di persone che hanno bisogno di servizi sanitari di emergenza nella regione del Sahel. Lo si apprende da un comunicato dell’Onu nel quale viene precisato che le agenzie umanitarie e i governi stimano che 33,2 milioni di persone stanno affrontando gli effetti devastanti del conflitto armato, dell’insicurezza, dell’insicurezza alimentare e dello sfollamento nel Sahel.

“I conflitti armati e l’impatto crescente del cambiamento climatico stanno causando terribili sofferenze per milioni di bambini, donne, famiglie e persino intere comunità nella regione del Sahel”, ha detto il dottor Abdou Salam Gueye, direttore per le emergenze sanitarie presso l’ufficio regionale dell’Oms per l’Africa.

Dalla nota si apprende che i fondi forniranno servizi sanitari essenziali sia alle popolazioni che vivono nei campi e nei siti di sfollamento sia alle persone colpite da epidemie in sei Paesi della regione.

In Burkina Faso, per esempio, quasi 500.000 persone sono state sfollate dal conflitto armato nel 2021, ricorda l’Onu. In Mali, il 25 per cento dei servizi sanitari sono ancora interrotti dall’impatto del Covid-19. In Camerun è in atto un’epidemia di colera, mentre in Ciad un’epidemia di febbre gialla.

L’Oms ha sottolineato che lavorerà per migliorare il trattamento della malnutrizione in Burkina Faso, rafforzare la diagnosi del colera in Camerun, fornire servizi essenziali a 100.000 persone in Ciad, schierare psicologi in tutte le 10 regioni del Mali, equipaggiare e formare quattro squadre di risposta alle epidemie in Niger e ripristinare i servizi in due ospedali nel nord-est della Nigeria, che servono circa 300.000 persone. “Siamo impegnati a fornire una significativa assistenza sanitaria alle popolazioni colpite e a lavorare per alleviare la profonda privazione che stanno vivendo”, ha detto il dottor Abdou Salam Gueye.

Gli indicatori di salute nel Sahel sono tra i più bassi del mondo. Questa regione dell’Africa ha il più alto tasso di mortalità materna del mondo, con 856 morti per 100.000 nati vivi. Un dato che secondo l’Oms può essere spiegato dallo scarso accesso all’assistenza sanitaria materna e riproduttiva, insieme a un’alta percentuale di matrimoni precoci.

Inoltre, attacchi armati contro i civili e le infrastrutture pubbliche, comprese le strutture sanitarie e le scuole, siccità, degrado del territorio e condizioni meteorologiche imprevedibili aggravano la vita di milioni di persone nel Sahel. Il conflitto e l’insicurezza sono infatti i principali ostacoli alla consegna degli aiuti umanitari. Ostacolano la fornitura di medicinali essenziali da parte dei team e dei partner dell’Oms, e la partecipazione delle comunità ai programmi di salute pubblica come i servizi idrici e igienici, la distribuzione di zanzariere e la fornitura di vaccini di base ai bambini.

Nonostante la necessità e l’urgenza di aiutare milioni di persone in difficoltà in Burkina Faso, Camerun settentrionale, Ciad, Nigeria nord-orientale, Mali e Niger, solo la metà dei 3,7 miliardi di dollari necessari per fornire assistenza salvavita nella regione è stata resa disponibile nel 2021, ha precisato l’Oms.

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