Nigeria, continua da un mese la crisi dei carburanti

di claudia
benzina

Da quasi un mese la Nigeria, il principale produttore di greggio africano, sta affrontando una crisi dei carburanti senza precedenti, con una carenza di benzina che sta mettendo a dura prova l’economia locale, la logistica e la vita quotidiana dei cittadini. Il problema è esploso il 7 febbraio scorso, quando centinaia di post sui social media di automobilisti arrabbiati denunciavano i danni subiti dalle loro auto a causa dell’acquisto di benzina adulterata ai distributori.

In effetti è stata l’importazione di benzina adulterata da parte di quattro grandi commercianti nigeriani (il Paese estrae ma non raffina i carburanti, che devono quindi essere tutti importati), milioni di litri di carburante la cui vendita è stata bloccata dalla compagnia petrolifera nazionale nigeriana Nnpc, a provocare la crisi ai distributori. La situazione tuttavia non sta migliorando, e anzi sembra allargarsi sempre più a tutto il Paese: i nigeriani trascorrono ore in fila ai distributori per fare rifornimento, cosa che oltre al malumore provoca anche effetti sull’economia perché le ore in coda sono ore prese dal lavoro. Inoltre, nel tentativo di limitare la vendita di carburanti al mercato nero, sempre più distributori si rifiutano di riempire le taniche che i consumatori portano con sé, spesso per poter alimentare i generatori elettrici privati o delle loro attività.

“Ho già fatto due ore di fila stamattina”, spiega Sunday, un autista privato per una famiglia, a Rfi: “Alcuni vendono carburante lungo la strada, ma costa più del doppio”. La carenza di benzina affligge in particolar modo le grandi città, come Abuja e Lagos, con le stazioni di servizio prese d’assalto dalle auto e dalle motociclette, cosa che crea enormi ingorghi e disagi.

La compagnia petrolifera nazionale ha promesso, qualche giorno fa, che circa 2,5 miliardi di litri di benzina sarebbero stati importati in Nigeria ma non ci sono novità su questo fronte e la crisi è sempre più profonda.

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