Marocco, smantellata rete di trafficanti di rapaci

di claudia

Una rete internazionale coinvolta nella detenzione, la caccia e il traffico illegale di rapaci è stata smantellata a Marrakech, in Marocco. Aquile, falchi, sparvieri, ma anche una notevole quantità di selvaggina appartenente a specie protette, e che venivano cacciate grazie all’utilizzo dei rapaci, sono stati rinvenuti dagli agenti della Direzione regionale delle acque e delle foreste e della lotta alla desertificazione dell’Alto Atlante.

La rete di trafficanti è stata individuata a seguito del fermo, il 16 novembre, di un veicolo sospettato di essere utilizzato nel trasporto illegale di rapaci. Gli accertamenti effettuati e l’interrogatorio cui è stato sottoposto il proprietario del veicolo, con l’assistenza di agenti della Gendarmeria, sotto la vigilanza della procura competente, hanno rivelato l’esistenza di una rete di traffico illecito di rapaci, in cui sono coinvolte  persone provenienti da un Paese del Golfo.

All’indomani, il 17 novembre, un controllo all’aeroporto internazionale di Marrakech-Menara, in coordinamento con i servizi doganali, ha permesso di scoprire otto sparvieri anestetizzati e accuratamente nascosti. Le persone che le trasportavano erano oggetto di un avviso di perquisizione e si preparavano a lasciare il territorio nazionale a bordo di un jet privato. Secondo il media online Barlamane, si tratta di cittadini del Qatar, a destinazione della Spagna.

Avviata l’inchiesta giudiziaria, sotto la supervisione della procura, una squadra di gendarmi e funzionari del dipartimento forestale si è recata a Sidi Bennour per accertare l’origine dei rapaci e cercare eventuali individui coinvolti in questa faccenda. La suddetta squadra è riuscita a mettere mano su una quantità significativa di selvaggina surgelata appartenente a specie protette, cacciata con l’aiuto delle aquile.

Negli ultimi anni, scrive ancora Balamane, il Marocco ha smantellato diverse reti internazionali di traffico di falchi, destinata a partecipare a gare di rapaci. Ogni coppia di uccelli può portare una notevole quantità di denaro. Il traffico di questi animali selvatici può rientrare nell’ambito della criminalità organizzata, ma anche del commercio opportunistico che può coinvolgere i turisti.

Secondo alcuni analisti, il traffico di animali selvatici nel mondo sarebbe la terza tipologia di traffico più diffusa, dopo le armi e la droga.

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