La sfida per la salvaguardia delle terre pubbliche in Ghana

di claudia

È stato presentato il team governativo di protezione del suolo pubblico, che avrà il compito di monitorare l’uso delle risorse pubbliche, fermare l’appropriazione indebita e migliorare la gestione dei terreni pubblici in Ghana. Lo riportano i quotidiani ghanesi, che citano il ministro delle Terre e delle Risorse Naturali Samuel Abdulai Jinapor, che ieri ad Accra ha presentato alla stampa la squadra. Ad oggi in Ghana non esiste ancora un quadro chiaro per l’acquisizione dei terreni, ma una gestione opaca che fa insorgere continuamente conflitti nel Paese.

Nel suo discorso il ministro delle Terre e delle Risorse Naturali Samuel Abdulai Jinapor ha evidenziato le sfide perenni che riguardano i terreni di proprietà pubblica, spiegando che il compito principale della squadra sarà quello di esplorare modi efficaci per affrontare la questione del furto di suolo pubblico: “Le terre pubbliche continuano ad essere di proprietà del popolo ghanese” spiegando che compito del suo ministero è ”proteggerle”.

Il ministro ha anche ribadito la volontà del governo di garantire un uso giudizioso delle risorse nazionali. Jinapor ha detto che il governo ghanese ha una posizione “non negoziabile” sulla protezione delle terre pubbliche, ricordando la direttiva del Presidente Akufo-Addo che vieta a tutte le agenzie immobiliari e agricole di trattare, concedere o allocare terreni pubblici senza l’espressa autorizzazione del ministro delle Terre e delle Risorse Naturali e del Presidente. “Il lavoro del team non entra in alcun modo in conflitto con il mandato della Commissione per le terre: dovrà svolgere un ruolo complementare nella salvaguardia delle terre pubbliche”. A capo del team è stato scelto Benito Owusu-Bio, vice ministro delle Terre e delle Risorse Naturali e responsabile delle Foreste, il quale a promesso che il team lavorerà a stretto contatto con la Commissione per garantire la protezione delle terre pubbliche “per il bene del Paese”.

Nel 2003, il Ghana ha lanciato un importante progetto di riforma fondiaria volto a migliorare la registrazione fondiaria, il rafforzamento delle capacità istituzionali, la risoluzione delle controversie fondiarie e l’armonizzazione dei sistemi legali e consuetudinari che disciplinano la terra. La maggior parte della terra è detenuta in modo informale dalle comunità locali, secondo il principio di possesso tradizionale, mentre circa il 20% delle terre è ufficialmente di proprietà dello Stato del Ghana. Si tratta di un compromesso che unisce il principio di proprietà pubblica tipicamente occidentale/europeo con quello di proprietà comunitaria che è tradizionalmente in vigore in molte società africane. Tuttavia, negli ultimi anni le tensioni e i conflitti sulla terra sono stati esacerbati dall’espansione dell’attività mineraria, compresa l’estrazione informale su piccola scala, e dall’agribusiness per i biocarburanti. Inoltre, la mancanza di sincronizzazione del sistema di proprietà fondiaria del Paese ha dato origine a complicate controversie.

Oggi la Costituzione del Ghana conferisce tutto il suolo pubblico e tutti i minerali simbolicamente al Presidente della Repubblica ma tuttavia la proprietà terriera resta governata dal lignaggio sia matrilineare che patrilineare per l’80% delle terre: il leader spirituale locale è responsabile, come da tradizione, dell’allocazione della terra, della mediazione dei conflitti sulla terra e dell’agire come collegamento con gli spiriti degli antenati. In questo senso il mandato del ministero del Territorio e delle Risorse Naturali include la facilitazione dell’accesso equo, la condivisione dei benefici e la sicurezza delle terre, delle foreste e delle risorse minerarie e la promozione della consapevolezza pubblica e della partecipazione della comunità alla gestione e all’utilizzo sostenibili di foreste, fauna selvatica e uso del suolo.

Il ministro delle Terre e delle Risorse Naturali Samuel Abdulai Jinapor

Secondo un recente studio dell’Università di Monaco, in Germania, l’acquisizione di terreni in Ghana è oggi complessa e piena di sfide tra cui numerose vendite multiple non ufficiali, oneri, burocrazia inutile, intrusione di intermediari non qualificati e mancanza di trasparenza.

Attualmente, secondo uno studio della Coventry University britannica, le terre in Ghana sono circa 22,75 milioni di ettari: il 69% sono a uso agricolo. La nuova legge sulla terra è stata presentata per la prima volta al Parlamento di Accra nel 2018 ma in seguito è stata ritirata e infine approvata nel luglio 2020: questa cerca di consolidare e armonizzare le 166 leggi esistenti in materia, regolamentare l’uso e l’acquisizione delle terre e migliorare la gestione efficace del territorio. Tuttavia non esiste ancora oggi un quadro chiaro per l’acquisizione dei terreni: i terreni pubblici vengono assegnati tramite la Commissione per le terre o l’Ufficiale regionale per le terre. In base alla regola consueta, i proprietari terrieri possono vendere, affittare, ipotecare o dare in pegno i propri diritti ma i nuovi proprietari devono riconoscere, e fornire loro servizi, le comunità locali come legittime occupanti delle terre. L’unico aspetto fino ad oggi chiaro a tutti della legge ghanese sulle terre riguarda la non-autorizzazione, per i cittadini stranieri, ad acquisire le terre, se non tramite contratti di locazione della durata massima di 50 anni. Lo stato ha il diritto di occupare e utilizzare qualsiasi terreno a scopi minerari o pubblici ma è obbligato a compensare o offrire terreni di valore equivalente alle comunità locali: il risarcimento viene solitamente pagato al titolare del titolo allodiale, non alle persone che effettivamente utilizzano e vivono dei frutti della terra.

Questo caos burocratico e legislativo è un problema grande, sia dal punto di vista economico che sociale, in tutto il Ghana: nonostante gli sforzi per migliorare l’amministrazione delle terre, il possesso consuetudinario rimane per lo più privo di documenti e i piccoli proprietari hanno poco margine di manovra se le autorità tradizionali affittano o vendono la loro terra. Questa gestione opaca fa insorgere continuamente conflitti tra il governo, i residenti locali, i vari gruppi etnici, i capi, i proprietari terrieri e le multinazionali.

(Andrea Spinelli Barrile)

Condividi

Altre letture correlate: