In Sudan migliora la produzione di cereali, ma resta l’insicurezza alimentare

di claudia

 Migliora la produzione cerealicola, ma l’insicurezza alimentare resta “una sfida seria”. Questa in sintesi la valutazione fatta da un rapporto della Fao di cui dà conto la stampa locale sudanese, sullo stato delle produzioni agricole.

La valutazione è stata condotta su richiesta del ministero dell’Agricoltura e delle Foreste in stretta collaborazione con il Programma Alimentare Mondiale, la Rete dei Sistemi di Allerta Precoce sulla Carestia (Fewsn) e l’agenzia di aiuti degli Stati Uniti (Usaid).

Secondo il nuovo rapporto, la maggior parte dei fattori produttivi agricoli, tra cui sementi, fertilizzanti, erbicidi, carburante e manodopera, erano disponibili nel 2022, ma a un costo molto elevato rispetto alla stagione precedente. Di conseguenza, la maggior parte degli agricoltori ha dovuto utilizzare le sementi risparmiate dal raccolto dell’anno precedente a causa degli alti prezzi di mercato.

“Sebbene la produzione cerealicola complessiva a livello nazionale sia notevolmente migliorata rispetto alla stagione precedente, l’insicurezza alimentare a livello familiare rimane una sfida seria”, ha detto Adam Yao, Rappresentante della Fao in Sudan.

Lo stesso funzionario ha poi aggiunto che le comunità locali stanno affrontando vulnerabilità di diversa entità, causate dall’impennata dei prezzi dei prodotti di base e dagli effetti combinati della recessione economica, dell’alta inflazione, dei rischi indotti dal clima e dei conflitti.

Secondo il rapporto, la produzione cerealicola nazionale del 2022, che comprende sorgo, miglio e grano (raccolto a marzo 2023), è stimata in circa 7,4 milioni di tonnellate, il 45% in più rispetto a quella ottenuta nel 2021. La sola produzione di sorgo è di circa 5,2 milioni di tonnellate, con un aumento del 50% rispetto all’anno precedente.

Nel rapporto si sottolinea tuttavia che la produzione di grano per il 2023 è prevista in circa 476.000 tonnellate, con una diminuzione del 30% rispetto all’anno precedente a causa della riduzione della superficie piantata a favore di legumi e spezie.

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