In Africa mancano insegnanti qualificati

di Valentina Milani
scuola in Kenya

Il deficit di insegnanti nell’Africa subsahariana resta il più acuto al mondo e rappresenta una grossa criticità per lo sviluppo del Continente. Gli Stati devono compiere sforzi per aumentare il numero di insegnanti qualificati ogni anno, al fine di sperare di fornire un’istruzione di qualità e raggiungere l’obiettivo di sviluppo sostenibile 4 fissato dalle Nazioni Unite. Ossia: garantire un’istruzione di qualità inclusiva ed equa e promuovere opportunità di apprendimento permanente per tutti.

A sostenerlo è l’ultimo rapporto pubblicato dall’International Teachers Task Force for Education 2030, una rete globale, sostenuta dall’Unesco e con sede a Parigi, che lavora su insegnanti e questioni relative all’istruzione. Il rapporto è intitolato Colmare il divario – Garantire un numero sufficiente di insegnanti qualificati e supportati nell’Africa subsahariana.

I più colpiti dal deficit di insegnanti sono Repubblica Centrafricana, Ciad, Mali e Niger, per quanto riguarda il ciclo primario. Questi Paesi avrebbero tutti bisogno almeno del 6% di insegnanti qualificati in più negli anni a venire. Togo, Madagascar, Namibia, Sao Tome e Principe e Seychelles sono indicati invece come Paesi che stanno lavorando bene e avrebbero bisogno solo di un leggero aumento.
Per il ciclo secondario Burundi, Repubblica Centrafricana, Mozambico, Niger, Ciad e Tanzania avranno bisogno di una crescita di almeno il 10% annuo. Sul versante virtuoso troviamo il Ghana, che avrà bisogno solo di una crescita annua dello 0,2%.

La carenza cronica di insegnanti qualificati in Africa sembra dipendere da vari fattori istituzionali e individuali. Il rapporto sottolinea che nell’ultimo decennio gli stati hanno intrapreso cambiamenti politici e istituzionali che hanno facilitato la crescita e l’espansione dell’istruzione primaria e secondaria. Peccato che questa espansione non sia stata accompagnata e sostenuta da assunzioni adeguate. Un altro fattore determinante, rileva il rapporto, è la carenza di istituti di formazione per gli insegnanti e il fatto che i pochi esistenti siano spesso piuttosto disorganizzati.

Inoltre, la parte del leone dei bilanci per l’istruzione dei paesi (va notato che questi budget sono al di sotto del livello di riferimento concordato a livello internazionale, che è compreso tra il 15 e il 20% del pil) è riservata agli stipendi degli insegnanti. Rimane molto poco per coprire i costi essenziali della formazione degli insegnanti, del miglioramento delle condizioni di lavoro e del benessere degli insegnanti. Da questa osservazione, il rapporto invita gli Stati ad aumentare i fondi per l’istruzione.

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