Il Tonto, la tradizionale birra ugandese che rischia di scomparire

di claudia
tonto produzione

Una bevanda antica quanto la popolazione che la produce: parliamo del Tonto, birra tradizionale ugandese a base di banane, nota anche come mwenge bigere. La sua produzione segue ancora le tecniche tradizionali, come la lavorazione delle banane che vengono pestate ritmicamente a piedi nudi. Oggi la sue eredità rischia di scomparire, mettendo a rischio una delle principali fonti di reddito per molte famiglie nelle regioni di coltivazione delle banane dell’Uganda centrale e occidentale.

Il Tonto, o mwenge bigere, è una bevanda fermentata tradizionale ugandese a base di banane, la cui produzione è strettamente connessa a diverse famiglie dell’Uganda centrale e occidentale che si guadagnano da vivere grazie al Tonto. Di questa bevanda ne tessono le lodi anche i cantanti folk, o i politici che ne richiedono sempre della taniche nelle cerimonie tradizionali. Per realizzarla ancora oggi si impiegano i metodi tradizionali, spiega Africanews, che prevedono una prima fase in cui le banane verdi vengono lasciate a maturare per diversi giorni in una sorta di barca di legno. Una volta alla settimana il patriarca della famiglia entra nella barca e calpesta ritmicamente le banane a piedi nudi.

Il succo viene estratto, filtrato e diluito prima di essere mescolato con sorgo macinato e tostato. Questa miscela viene fatta fermentare per due o quattro giorni. Il risultato è una bevanda con una gradazione alcolica che varia dal sei all’undici per cento in volume, dall’aroma fruttato.

Una tecnica antica che si tramanda da padre in figlio. “Ho iniziato a conoscere la birra locale già da piccolo da mio padre – spiega Ndyanabo, un produttore di Mbarara, nell’Uganda sudoccidentale. Preparavano la birra come noi sulla barca, ma la facevano fermentare in una pentola di terracotta o usando una zucca. Oggi lasciamo fermentare l’alcol nella barca e, una volta maturato, vado a Mbarara per venderlo”.

La produzione del Tonto non è solo una tradizione da preservare, patrimonio culturale della zona, ma è anche una fonte di reddito per molte famiglie. Ecco perché nel Paese di sta levando, tra gli agricoltori e la famiglia che vivono grazie a questa bevanda, una crescente preoccupazione: la birra commerciale in bottiglia sta via via diventando più attraente per i bevitori oltre al fatto che le autorità si tanno muovendo per frenare la produzione del Tonto, considerate “birre fatte in casa illecite”, dal momento che la sua produzione è esclusivamente artigianale e “casalinga” e il governo non è in grado di riscuotere entrate dalla sua vendita. Ogni famiglia impegnata nella produzione di Tonto ne produce cinque o sei taniche da 20 litri per ogni lotto. Ogni tanica è venduta a circa 8 dollari. Mezzo litro di Tonto viene venduto per circa 27 centesimi, riporta Africanews.

Nelle ultime settimane è stato presentato un disegno di legge che vuole regolamentare la produzione di alcol e la sua vendita, manovra che renderebbe totalmente illegale le attività dei piccoli produttori di birra artigianale, non solo il Tonto.

A questo si aggiunge inoltre una carenza di materia prima: le banane. Non ne vengono piantate a sufficienza per sostenere la catena produttiva della birra locale. Le comunità stanno dando la priorità al matooke, più commercialmente valido, piuttosto che al Tonto.

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