I “responsabili” del continente riuniti a Lomé con l’Organizzazione Mondiale della Sanità

di claudia

Il presidente della Repubblica del Togo, Faure Essozimna Gnassingbé, ha aperto lunedì la settantaduesima sessione del Comitato regionale per l’Africa dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms). L’incontro principale del continente sulla salute pubblica, che si tiene ogni anno, discuterà e concorderà le misure per ridurre il carico di malattie, esplorerà modi per arginare i fattori di cattiva salute e adotterà strategie per promuovere il benessere delle persone. Circa 700 partecipanti, tra cui agenzie delle Nazioni Unite, organizzazioni non governative, società civile, mondo accademico e partner per lo sviluppo, partecipano di persona o online all’incontro di cinque giorni.

Questo incontro si svolgerà fino al 26 agosto a Lomé, la capitale del Togo. Leader nella Regione per alternative innovative per rispondere ai problemi di salute, il Togo è il primo Paese al mondo ad essere convalidato dall’Oms per aver eliminato quattro malattie tropicali trascurate: la filariosi linfatica (meglio conosciuta come elefantiasi), la tripanosomiasi umana africana (o malattia del sonno), il tracoma (un’infezione agli occhi che può causare cecità irreversibile) e verme della Guinea.

“In Africa, come ovunque, bisogna tener conto delle problematiche (sanitarie) e soprattutto agire. Agire per garantire a tutti l’accesso a cure di qualità, ovunque e in ogni momento. Agire per fornire protezione sociale e copertura sanitaria universale ai nostri concittadini. Agire per debellare il fenomeno dei medicinali contraffatti e di scarsa qualità. Ovviamente, abbiamo ancora molto da fare”, ha dichoarato il presidente togolese, dopo aver ricevuto un certificato da Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore Generale dell’Oms.

Come ricorda un comunicato dell’Oms Africa, sin dalla sua comparsa, la pandemia di Covid-19 ha avuto un enorme impatto sulla fornitura di servizi sanitari in tutta la regione africana e ha devastato economie, vite e mezzi di sussistenza. Tuttavia, le ripercussioni della pandemia hanno anche ispirato nuovi sforzi per riprogettare e ricostruire i sistemi sanitari non solo per resistere meglio agli impatti delle emergenze sanitarie, ma anche per rafforzare la qualità e l’accessibilità dei servizi sanitari.

“Investire nei sistemi sanitari in Africa è essenziale per raggiungere i nostri obiettivi di sviluppo. Questo investimento deve essere sostanziale e strategico per la salute globale e la sicurezza economica”, ha affermato Minata Samaté Cessouma, Commissaria dell’Unione africana per gli affari umanitari e lo sviluppo sociale.

Oltre al Covid-19, la regione africana è anche alle prese con altre sfide sanitarie innescate da focolai di malattie trasmissibili, crisi umanitarie, shock climatici, nonché dal crescente carico di malattie croniche come cancro e diabete. Ogni anno la regione affronta più di 100 emergenze sanitarie, più di qualsiasi altra regione del mondo.

“Chiediamo a tutti gli Stati membri di cambiare urgentemente il paradigma a favore della promozione della salute e del benessere e della prevenzione delle malattie, attaccando la radice dei problemi e creando le condizioni favorevoli alla buona salute”, ha insistito Ghebreyesus.

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