Guerra ai capelli rasta in una scuola del Ghana

di claudia

In Ghana, il consiglio di amministrazione della scuola di Achimota – divenuta famosa per la sua decisione di non ammettere studenti rastafariani e quindi portatori di dreadlock – ha ordinato ai suoi avvocati di appellarsi alla sentenza della divisione per i diritti umani dell’Alta corte di Accra che si è pronunciata recentemente contro questa misura. Lo riferisce l’agenzia di stampa Ghana News (Gna).

In una lettera firmata dal Presidente del Consiglio la scuola dichiara di aver appreso dell’esito della causa promossa da due persone, che avevano in precedenza chiesto di essere ammesse alla Scuola. Il Consiglio si è detto in disaccordo con la sentenza della Corte e ha chiesto appello. La Divisione della Corte dei Diritti Umani dell’Alta Corte di Accra nella sua sentenza ha ordinato alla Direzione della Scuola Achimota di ammettere Oheneba Nkrabea e Tyrone Marhguy, i due studenti rastafariani a cui era stata negata l’ammissione. La Corte presieduta dal giudice Gifty Adjei Addo ha affermato che non si contestava il fatto che le regole fossero state stabilite dal consiglio di amministrazione della scuola, ma la loro difformità rispetto a quelle del Servizio d’istruzione del Ghana e della Costituzione del 1992. “Sostenere che una persona debba tagliarsi i dreadlocks, che è la manifestazione della sua religione prima di essere ammessa a scuola, è un peccato contro la Costituzione del 1992“, ha detto il giudice.

“Finalmente la battaglia è finita e i rasta sono liberi per sempre” ha esultato Tyrone Marhguy sui suoi canali social, discepolo della religione rasta, nata negli anni Trenta del Novecento (e resa celebre nel mondo dalle canzoni di Bob Marley). Il rastafarianesimo prende il nome dall’ultimo imperatore d’Etiopia Hailé Selassié, nell’immagine foto sotto a destra, (alias Ras Tafari Makonen, dove “Ras” significa ‘Capo’ e “Tafari” sta per ‘terribile), rimasto al potere dal 1930 al 1974.  Venerato con i titoli di Re dei Re (negus neghesti), Eletto di Dio, Luce del mondo, Leone conquistatore della tribù di Giuda, Hailé Selassié viene considerato dai rasta l’incarnazione della divinità che avrebbe spezzato le catene, liberato i neri dall’oppressione e ricondotto gli ex schiavi in Africa, come profetizzato dall’attivista e predicatore giamaicano Marcus Garvey, nell’immagine foto sotto a sinistra.

I rastafariani sono conosciuti per i cosiddetti dreadlocks, delle lunghe e dure ciocche annodate e modellate sulla criniera di leone, simbolo della Tribù di Giuda. Sono l’espressione fisica di un voto biblico, custodito dalla tradizione etiope cristiana. Questa pratica porta la consacrazione del proprio capo e il conseguente astenersi dal taglio dei capelli, generando naturalmente le celebri trecce. Alla base della loro credenza c’è un passo della Bibbia che dice: “Nessuna lama toccherà il capo dei fedeli”.

Tornando alla vicenda ghanese, il giudice Addo ha affermato che di aver respinto l’argomentazione degli imputati, ovvero dei dirigenti scolastici, secondo cui l’accoglimento del ricorso presentato dei giovani rasta avrebbe discriminato altri studenti, che seguivano le regole della scuola. Ha aggiunto che i diritti umani fondamentali non sono assoluti e potrebbero essere limitati da statuti e politiche delle scuole, ma che devono essere giustapposti all’interesse pubblico come nel caso attuale.

Il giudice, infine, ha affermato che l’obiettivo finale delle regole era quello di migliorare la disciplina e l’eccellenza accademica e ha posto la questione: quale effetto negativo avrebbe potuto esserci sulla comunità scolastica se agli studenti rastafariani fosse stato consentito di tenere i propri dreadlock?
La Corte ha affermato che non risultava alcuno svantaggio tangibile per la comunità scolastica dal fatto che alcuni studenti portassero i dreadlock e che pretendere che questi venissero tagliati era una richiesta discriminatoria rispetto alla libertà di religione.

Alla scuola è stato quindi ordinato di ammettere i due studenti rasta. Non è stato disposto alcun provvedimento in merito ad eventuali risarcimenti economici.

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