Ghana: prima la rissa, poi si insedia il presidente

di Stefania Ragusa

Nella notte tra mercoledì 6 e giovedì 7 gennaio, mentre a Washington si faceva la conta dei morti dopo l’assalto al Campidoglio, anche il parlamento ghanese è sprofondato nel caos. Tanto da mettere a rischio (almeno per alcune ore) la celebrazione fissata il 7 gennaio per il re-insediamento di Nana Akufo-Addo, leader del Nuovo Partito Patriottico (NPP), sulla poltrona più importante del Paese. Oggetto del contendere: l’elezione del presidente del Parlamento, un passaggio istituzionale molto importante, che per legge deve precedere l’insediamento del Capo dello Stato e che ha visto sempre premiare un esponente della maggioranza.

Due deputati del Congresso Nazionale Democratico (NDC), il principale partito di opposizione, hanno aperto le ostilità, “attaccando” le cabine elettorali e rovesciando il loro contenuto. Per rappresaglia, il deputato del partito presidenziale Carlos Ahenkorah ha afferrato l’urna con le schede elettorali e ha tentato di scappare dall’emiciclo, inseguito dai parlamentari dell’opposizione. Alla fine è stato costretto a rientrare. Nel frattempo i deputati di maggioranza accusavano quelli di minoranza di essersi seduti al loro posto. Ursula Owusu, del NPP, si è seduta sulle ginocchia di Kwabena Akandoh, collega del NDC. La foto dei due parlamentari ha fatto il giro del web. Per riportare l’ordine è stato necessario l’intervento dell’esercito.

Molti cittadini hanno seguito in diretta gli eventi, commentando sui social network. Commenti di questo tenore: «275 adulti alfabetizzati maturi non possono semplicemente accettare le regole e votare per scegliere presidente in quasi 5 ore?» (Nii Laryea su FaceBook); «Le persone guardano cosa sta succedendo nel parlamento del Ghana? Questi parlamentari sono così indisciplinati. Che diavolo stanno facendo! John Jinapo e Muntaka prendono a calci le urne! Parlamentari disgraziati!», (@wijma390 su Twitter).

Il caos visto ad Accra è “figlio” delle elezioni di dicembre, che hanno visto Akufo-Addo imporsi di poco sul suo antagonista, l’ex presidente John Mahama, e un forte ridimensionamento del suo partito. Questo ha prodotto un’inedita situazione di parità in Parlamento: 137 seggi per la maggioranza, altrettanti per l’opposizione e un unico parlamentare indipendente, Andrew Amoako, ex membro del NPP, votato a essere l’ago della bilancia. A scompaginare la situazione paradossale la decisione, ufficializzata mercoledì, di squalificare un esponente dell’opposizione, accusato di non avere rinunciato nei tempi giusti alla cittadinanza canadese (in Ghana non è consentito avere doppia cittadinanza). In questo clima rovente, alla fine è stato eletto presidente del Parlamento Alban Bagbin, del partito di minoranza e veterano dell’aula. Nella maggioranza almeno una persona ha votato per lui, ma non è stato un gesto di cavalleria: nel partito del presidente infatti si è aperta la caccia al franco tiratore. La cerimonia di insediamento, pericolosamente in bilico, però si è salvata.

Alla fine dunque, in pompa magna e alla presenza di 12 capi di stato, dopo essersi congratulato personalmente con Bagbin, Nana Akufo-Addo ha pprestato giuramento per il suo secondo mandato. Nel discorso inaugurale ha brevemente accennato ad alcuni dei risultati ottenuti dal suo governo nel corso degli anni e ha presentato i piani per il Paese, ostentando ottimismo e fiducia nel futuro. «Anche di fronte alla pandemia globale, la nostra economia continua a mostrare una capacità di ripresa e un tasso di recupero molto più rapido di quanto originariamente previsto, ed è stata, infatti, una delle economie in più rapida crescita al mondo nel 2020. Il Ghana rimane una delle destinazioni più attraenti del continente per gli investimenti diretti esteri, come testimonia la presenza nel Paese di alcuni dei maggiori conglomerati mondiali. La creazione di un’economia forte, che genererà posti di lavoro per i nostri giovani e migliorerà il loro tenore di vita, sarà la preoccupazione principale del mio secondo mandato».

Secondo gli osservatori sarebbe opportuno che si occupasse anche della tenuta democratica del Paese. Il Ghana è considerato un modello positivo, ma il caos parlamentare della notte scorsa, unito alle violenze post elettorali che a dicembre sono costate la vita a sette persone (e rispetto alle quali il Presidente non ha speso molte parole) sono segnali di malessere che non possono essere ignorati.

(Stefania Ragusa)

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