Etiopia, amnistia per i detenuti tigrini

di Enrico Casale

Il governo etiope libererà diverse figure di spicco dell’opposizione in concomitanza del Natale ortodosso. In un discorso tenuto ieri, il primo ministro Abiy Ahmed ha affermato questa mossa fa parte di un’azione volta alla riconciliazione nazionale e alla ricostituzione dell’unità del Paese. Tra i detenuti liberati grazie all’amnistia anche alcuni leader del Fronte popolare di liberazione del Tigray (Tplf). Secondo i media statali, tra le figure di spicco del Tplf rilasciate ci sarebbero Sibhat Nega, un membro fondatore del partito, e Abay Weldu, un ex presidente della regione del Tigray.

Il provvedimento arriva nel mezzo di una pausa nel conflitto scoppiato nel novembre 2020 e che ha recentemente visto le forze governative riprendere l’iniziativa e catturare diverse città controllate in precedenza dai ribelli.

Il servizio di comunicazione del governo ha affermato in una dichiarazione che «la chiave per un’unità duratura è il dialogo. L’Etiopia farà qualsiasi sacrificio a tal fine».

Lo scopo del provvedimento «è spianare la strada a una soluzione duratura dei problemi dell’Etiopia in modo pacifico e non violento (…) soprattutto con l’obiettivo di rendere un dialogo nazionale onnicomprensivo» è scritto nella nota.

Nella dichiarazione non è stato fatto alcun accenno a ulteriori negoziati con i ribelli del Tplf, che il mese scorso hanno dichiarato di essere pronti a trattare se il governo avesse rilasciato prigionieri politici e posto fine all’assedio del Tigray che ha impedito l’arrivo di cibo e medicine alla regione.

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