Covid, da gennaio riaprono frontiere terrestri in Africa Occidentale

di claudia

Da gennaio riapriranno le frontiere terrestri per tutta l’Africa occidentale. I capi di stato della Ecowas (Comunità economica dell’Africa Occidentale) hanno raggiunto l’accordo nell’ambito del vertice ad Abuja in Nigeria. Secondo il giornale nigeriano Premium Times, i leader dei paesi dell’Africa occidentale hanno concordato la riapertura di tutte le frontiere terrestri nella regione entro il 1° gennaio 2022.

In una precedente riunione virtuale ministeriale, era stata raccomandata la riapertura delle frontiere sulla base dell’effetto economico che la chiusura ha avuto sull’economia della regione. Oltre alla chiusura delle frontiere a causa della pandemia di covid-19, gli Stati membri che affrontano la crisi della sicurezza hanno anche rafforzato i controlli all’interno e alle frontiere dei rispettivi Paesi. Ciò ha comportato una perdita di 6,7 per cento del Pil degli Stati dell’Ecowas tra il 2020 e il 2021, hanno stimato i funzionari. La perdita corrisponde a circa 50 miliardi di dollari.

Il commissario per il commercio, le dogane e la libera circolazione, Tei Konzi, ha sottolineato che la riapertura delle frontiere per la ripresa economica “è diventata una questione fondamentale poiché lo scoppio di covid-19 nel 2020 nell’Africa occidentale ha avuto un impatto negativo sul volume degli scambi e sulla mobilità delle persone”. Secondo lui, la frettolosa chiusura delle frontiere nel tentativo di affrontare la pandemia ha sospeso l’attuazione dei testi di integrazione comunitaria sulla libera circolazione delle persone e delle merci.

Voci della società civile hanno denunciato con forza la lunga chiusura delle frontiere terrestri e l’imposizione di una libera circolazione a due velocità. Quella per i privilegiati, che hanno potuto spostarsi con l’aereo da quanto sono ripresi i voli, e quella dei “piccoli”, la cui libertà di circolazione è stata bloccata . Alcuni hanno messo in evidenza i rischi di sviluppo di un’economia parallela, alimentata da traffici ai confini, con l’aumento di insicurezza a scopo di furto o estorsione nelle aree frontaliere. 

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