Contro la piaga delle miniere di cobalto, i giovani TikToker smettono di fumare

di claudia

La Repubblica Democratica del Congo è ricca di giacimento di cobalto, componente chiave delle batterie agli ioni di litio presenti non solo nei nostri telefoni cellulari, ma anche nei veicoli elettrici e in diversi modelli di sigarette elettroniche. Molti giovani del Paese hanno cominciato una battaglia social proprio per indurre i giovani a smettere di fumare tramite i vaporizzatori, con video virali che hanno attirato l’attenzione di migliaia di utenti su Tiktok sulle terribili condizioni subite per estrarre il cobalto, che coinvolgono anche i minori. Ma questa forma di attivismo non è vista di buon occhio da tutti.

Decine di giovani congolesi su TikTok promettono di buttare via le sigaretta elettroniche e di smettere di fumare, almeno con questo metodo, ma i motivi non riguarderebbero la salute. Lo riporta la Bbc.

Alla base ci sarebbe lo sforzo congiunto dei giovani adulti nel Paese e non solo per porre i riflettori nazionali e internazionali su un tema controverso, quali le condizioni di sfruttamento dietro la realizzazione di oggetti comuni che tutti possediamo, non ultime le sigarette elettroniche, diventate simbolo di questa presa di posizione social. Questi video che invitano gli utenti a non utilizzare più questi strumenti per fumare con tanto di approfondimenti sul tema ottengono giornalmente migliaia di visualizzazioni. “Nel mio sforzo di aiutare la Repubblica Democratica del Congo, sto smettendo di fumare“, spiega una content creator, Micah Ndango, che fuma da cinque anni, in un video che è stato visto più di 15.000 volte. Video che hanno un potenziale da non sottovalutare: “La prima volta che ho sentito parlare dell’impatto dell’estrazione del cobalto in Congo è stato da un video di TikTok”, spiega alla Bbc la signora Ndango.

Micah Ndango è una delle tiktoker che ha smesso di fumare con le sigarette elettroniche per lanciare un messaggio

Nel 2022 il Dipartimento del Lavoro degli Stati Uniti ha aggiunto le batterie agli ioni di litio alla sua “lista di beni prodotti dal lavoro minorile o dal lavoro forzato”, riporta la Bbc. Una piaga che non conosce fine. “Migliaia di bambini non vanno a scuola e lavorano in condizioni terribili per produrre cobalto per le batterie agli ioni di litio”, ha riferito il dipartimento.

Secondo i dati del 2021 di Amnesty circa l’80% dei bambini e delle bambine congolesi non gode dei diritti legati all’infanzia, principalmente estraggono il cobalto, destinato soprattutto alla Cina, in condizioni particolarmente pericolose e lavano le rocce immersi in pozze inquinate. Il 20% del minerale estratto proviene dalla parte meridionale del Paese.

Lo scetticismo che si è creato attorno a questi video social nati per sensibilizzare sulla questione riguarda da una parte la complessità del fenomeno, che rischia di essere semplificato e di non riuscire ad arrivare al pubblico nella sua drammatica complessità. Dall’altra la difficoltà per un mezzo social di attivare davvero un cambiamento, quantomeno duraturo. Un tentativo comunque apprezzabile per il numero di persone raggiunte. Uno dei video più visti, quello del content creator @itskristinamf, è stato visto più di 1,7 milioni di volte, riporta la Bbc.

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