Ciad, Unione europea e Regno Unito preoccupate per conclusioni del dialogo

di claudia

Preoccupazione per alcune conclusioni del Dialogo nazionale ciadiano sono state espresse dalla delegazione dell’Unione Europea e le ambasciate di Germania, Spagna, Francia e Paesi Bassi accreditate presso la Repubblica del Ciad, nonché dalla Gran Bretagna. Pur accogliendo gli sforzi compiuti per lo svolgimento del Dialogo nazionale inclusivo e sovrano, le diplomazie europee e britannica si rammaricano della decisione di prorogare la transizione e del non rispetto della clausola di non eleggibilità dei responsabili preposti alla sua attuazione. Le diplomazie deplorano che non si sia tenuto conto dei comunicati del Consiglio per la pace e la sicurezza dell’Unione africana del 14 maggio 2021, ribaditi il ​​19 settembre 2022, relativa alla durata della Transizione e alla clausola di ineleggibilità.

La Delegazione dell’Unione Europea e gli Stati membri incoraggiano le autorità della Transizione a continuare a lavorare instancabilmente con tutti gli attori politici e la società civile, con l’assistenza della comunità internazionale, per una riconciliazione duratura, la pace e l’unità nazionale, nonché per lo sviluppo del Paese e il benessere della sua gente.

Diversi provvedimenti sono stati adottati questo fine settimana dai partecipanti al dialogo nazionale, boicottato da diverse formazioni di opposizione e della società civile. Spiccano le decisioni di mantenere il capo della giunta militare come capo di Stato e di prolungare il periodo di transizione di un massimo di due anni. Mahamat Idriss Deby Itno potrà quindi essere candidato alla presidenza, mentre la transizione doveva teoricamente concludersi il 20 ottobre. È stato inoltre deciso di concedere un mandato quinquennale rinnovabile una sola volta al prossimo presidente eletto. Non dovrebbe modificare la Costituzione con alcun pretesto per scontare un terzo mandato. Il generale Mahamat Idriss Deby Itno, attuale capo della giunta militare insediatasi alla morte del presidente (e padre) Idriss Deby Itno, o il primo ministro Albert Pahimi Padacké, potrebbero candidarsi.

Il Consiglio nazionale di transizione, il parlamento provvisorio avrà un numero rivisto, con l’ingresso di 45 rappresentanti dei movimenti ribelli.

Fonti giornalistiche riferiscono che l’assemblea plenaria era quasi vuota quando le risoluzioni sono state adottate. Da ieri si moltiplicano le reazioni e le critiche a quello che sembrava a molti un esito scontato, che non farà altro che prorogare un’ennesima volta l’attesa di una vera democrazia in Ciad.

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