Africa, la lenta corsa verso il vaccino

di Enrico Casale
test covid

L’Africa rischia di rimanere indietro nella corsa alle vaccinazioni anti Covid-19. Mentre infatti in Europa la somministrazione del vaccino inizierà il 27 dicembre, nel continente africano, nonostante Covax, la rete di Paesi in ambito Oms che dovrebbe garantire un’equa distribuzione di dosi gratuite a livello mondiale, le infrastrutture carenti e i pochi centri di stoccaggio e distribuzione ne impediscono una ampia diffusione.

Soprattutto, mancano ancora i fondi necessari per la distribuzione gratuita. Per vaccinare il 60% di tutta la popolazione africana, e quindi creare l’immunità di gregge, ci sarebbe bisogno di un miliardo e mezzo di dosi, ossia di una cifra compresa tra i 7 e i 10 miliardi di dollari. Ma per ora il fondo Covax dispone solo di due miliardi.

Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha ribadito che i nuovi vaccini vanno trattati come «un bene pubblico globale» messo a disposizione di tutti nel mondo. Ha chiesto 3,5 miliardi di euro nei prossimi due mesi per finanziare la vaccinazione.

John Nkengasong, capo del Centro africano per il controllo e la prevenzione delle malattie (Africa Cdc), ha dichiarato in una conferenza stampa virtuale che sarebbe «terribile» vedere «i Paesi ricchi ricevere vaccini Covid-19 mentre i Paesi africani rimangono senza rimedi». In Africa, secondo Nkengasong, le vaccinazioni non dovrebbero iniziare prima della metà del 2021. In un articolo pubblicato dalla rivista scientifica Nature , ha affermato che potrebbe essere necessario anche fino a ottobre per garantire il totale di 1,5 miliardi di dosi di vaccino necessarie per raggiungere il 60% degli 1,3 miliardi di persone del continente (sono necessarie due dosi di vaccino per la protezione completa dal coronavirus).

Non molti paesi in Africa possono permettersi il vaccino contro il coronavirus. Covax è stato creato proprio per garantire che i Paesi poveri ricevano ulteriori aiuti finanziari. Due miliardi di dosi di vaccino dovrebbero essere rese disponibili entro la fine del 2021. Ma secondo l’alleanza vaccinale Gavi, solo un miliardo di dosi sono state pianificate per i 92 Paesi più poveri. A settembre, uno studio Oxfam ha rivelato che i paesi industrializzati ed emergenti hanno già assicurato oltre 5 miliardi di vaccini. 

Il problema sarà anche la conservazione. In molte zone rurali dell’Africa non c’è quasi elettricità. Le grandi città affrontano regolarmente interruzioni di corrente. «I congelatori a bassissima temperatura richiedono generatori di riserva o combustibili di riserva. Sarà piuttosto impegnativo», spiegano i tecnici. Il direttore dell’Africa Cdc Nkengasong ha esortato i governi del continente a costruire sistemi di raffreddamento entro febbraio, sfruttando anche l’iniziativa Covax che ha fondi appositi.

L’esperto di salute Yap Boum vede un’altra sfida: «Prevediamo una certa resistenza da parte delle persone che riceveranno il vaccino Covid-19 a causa del dibattito sui vaccini, ma anche sul dibattito sul Covid in Africa». Secondo Boum, è quindi necessaria un’adeguata sensibilizzazione sul vaccino perché gli africani sono preoccupati di essere trattati come cavie.  Il direttore dell’Africa Cdc Nkengasong ha commentato che almeno il 60% della popolazione africana dovrà essere vaccinata nei prossimi due o tre anni: «Se avremo un ritardo di 4-5 anni, il virus diventerà endemico».

(Tesfaie Gebremariam)

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