Accordi di Abramo, il ruolo del Marocco e di Israele

di claudia

Gli Accordi di Abramo, fortemente voluti e siglati con la mediazione dell’amministrazione U.S.A. fra Israele ed Emirati Arabi Uniti, Bahrein, Marocco e Sudan hanno portato alla luce delle nuove potenzialità di sviluppo sia a livello economico che culturale.

di Gabriele Mele

Gli accordi di Abramo, inizialmente siglati tra Emirati Arabi Uniti, Bahrein e Israele (con la regia di Washington) il 13 agosto del 2020, che hanno dato il via alla normalizzazione delle relazioni diplomatiche tra questi stati, il 10 dicembre del 2020 sono stati sottoscritti anche dal Marocco. In cambio, e contestualmente, gli Stati Uniti hanno riconosciuto la sovranità di Rabat sul Sahara Occidentale. Quest’area, un tempo controllata dalla Spagna, è sempre stata rivendicata dal Marocco, nonostante l’opposizione internazionale e la resistenza del Fronte Polisario.

Secondo le fonti giuridiche, delle scuole sunnite marocchine, il re del Marocco Mohammed VI della dinastia alauita è l’unico sovrano arabo che possa vantare una discendenza diretta dal Profeta in quanto discendete dal matrimonio tra Fatima (la figlia di Maometto) ed Alì il quarto Califfo “ben guidato”. Questo fattore, seppur poco noto all’opinione pubblica occidentale, ha invece determinato una fondamentale influenza nel mondo islamico tanto più che il “rifiuto di Israele” sia scaturito anche da una motivazione di matrice religiosa. 

Come è stato specificato nella dichiarazione congiunta tra Israele e Marocco, sono state concesse licenze alle compagnie aeree israeliane per il trasporto di membri della comunità ebraica marocchina e di turisti israeliani in Marocco a partire dal prossimo dicembre. Inoltre, i due Paesi daranno nuova linfa ai contatti diplomatici e ufficiali e incoraggeranno delle misure volte ad una cooperazione economica in diversi settori tra cui: commercio, finanza e investimenti, innovazione e tecnologia. A testimonianza di questi fattori sulla sicurezza è stato siglato un accordo dai ministri della difesa il 24 Novembre scorso contestualmente alla visita del premier Gantz e inoltre anche nell’ambito dello scambio culturale come statuito da una nota congiunta dello scorso 7 Novembre.

Il ruolo di Mohammed VI

Un ruolo decisivo è stato svolto da Mohammed VI. Nel sistema costituzionale marocchino, infatti, il monarca ha la qualifica di Emiro dei Credenti (quindi dei musulmani, dei cristiani e degli ebrei) e svolge un ruolo primario nelle scelte di politica estera che attengono anche alla religione. In questo modo viene rimarcata la piena legittimità costituzionale a deliberare un accordo che porti il nome Abramo, il Profeta riconosciuto dalle tre Religioni del Libro. Questo cambiamento è avvenuto dopo che negli anni Cinquanta e Sessanta decine di migliaia di ebrei, perseguitati, erano stati costretti a fuggire dal Marocco verso Israele.

D’altro canto, Hassan II nel 1991 aveva nominato André Azoulay, di religione ebraica, consigliere della Corona rappresentando una novità clamorosa tra i paesi islamici. Inoltre, Mohammed VI aveva indicato un’ebrea marocchina Audrey Azoulay, figlia di André, alla direzione dell’Unesco nel 2011 e aveva promosso con forza innovativa una nuova costituzione che riconoscesse gli ebrei come parte integrante del popolo marocchino: «L’Unità del Regno del Marocco, forgiata dalla convergenza delle sue componenti arabo-islamiche, berbere e sarahawi si è nutrita e arricchita delle sue affluenze africane, andaluse, ebraica e mediterranee».

La contrapposizione con Teheran

Non stupisce peraltro che il Marocco apprezzi in particolar modo la dichiarata matrice in contrapposizione a Teheran dell’Accordo di Abramo. Da anni esisteva una forte polemica con il regime degli ayatollah mentre Rabat era tradizionalmente in sintonia con l’Arabia Saudita.

Il monarca marocchino ha difatti interrotto le relazioni diplomatiche tra Marocco e Repubblica Islamica dell’Iran nel maggio del 2018 come risposta al riconoscimento da parte di Teheran della Repubblica Democratica Araba del Sarahawi, governata dal Fronte del Polisario.

Tutti questi elementi hanno costituito per Israele un ulteriore rafforzamento non solo geopolitico ma anche di penetrazione economica in Africa come emblema della strategia prioritaria di politica estera.

Il Re del Marocco ha ribadito chiaramente la sua posizione in merito alla questione palestinese, cioè strutturata sulla soluzione dei due Stati in grado di far convivere fianco a fianco, in pace e sicurezza, israeliani e palestinesi. In questo scenario il monarca Mohammed VI, in quanto presidente del Comitato di Gerusalemme, ha promesso di preservare il carattere islamico della Città Santa.

In conclusione, lo scorso 11 agosto il ministro degli esteri israeliano Yair Lapid è volato verso Rabat diventando così il primo ministro degli Esteri a visitare il Marocco dal 1999 e con il suo omologo marocchino ha firmato numerosi accordi sulla base di quello già stipulato lo scorso dicembre per inserire un ulteriore tassello verso la lunga e complicata normalizzazione delle relazioni politiche.

(Gabriele Mele, Amistades)

Sitografia

1)     formiche.net/2021/07/in-marocco-si-consolidano-gli-accordi-di-abramo/

2)    www.limesonline.com/rubrica/accordi-abramo-percezione-israele-medio-oriente?prv=true

3)    www.linkiesta.it/2020/12/marocco-israele-medio-oriente-accordi-abramo-emirati-stati-uniti/

4)    www.linkiesta.it/2020/08/accordo-israele-emirati-medio-oriente-arabia-saudita-islam-iran-sunniti-sciiti-penisola-golfo-monarchie-palestina/  

5)    sicurezzainternazionale.luiss.it/2020/12/23/normalizzazione-israele-marocco-firmati-primi-quattro-accordi

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