A Maputo, da una casa per orfani nasce un programma di microcredito

di claudia

a cura dell’associazione Amici dei Padri Bianchi Ets

Alla periferia della capitale del Mozambico una coppia italo-mozambicana ha spalancato le porte di casa per ospitare bambini orfani e avviato un’associazione per creare opportunità di lavoro, in particolare per le donne vulnerabili. Gli Amici dei Padri Bianchi Ets sono pronti a impegnarsi nei microfinanziamenti. Perché «non serve la beneficenza, ma l’aiuto per svoltare»

Alla periferia di Maputo, capitale del Mozambico, c’è un quartiere popolare chiamato Magoanine B, sorto agli esordi del nuovo millennio nella scia della vorace espansione urbana. Tra i suoi 30.000 abitanti vive una coppia italo-mozambicana che da vent’anni apre le braccia e spalanca le porte della sua casa per accogliere e aiutare bambini orfani e persone vulnerabili della zona.

La famiglia allargata che i due – Stefano Denti e sua moglie Ivete – hanno creato, ed è cresciuta nel corso del tempo, ha dato vita a un centro socio-educativo e a un’associazione socioculturalecomunitaria chiamata Ndangwini, che in lingua ronga significa “qui c’è la famiglia, il focolare”.

Obiettivo dell’associazione è offrire un sostegno alle persone bisognose favorendone l’accesso ai servizi sociali, educativi e sanitari del quartiere – oltre a promuovere iniziative culturali, ludiche e sportive per la comunità. «Consideriamo di primaria importanza il coinvolgimento diretto nella vita associativa delle famiglie beneficiarie, gran parte delle quali hanno donne come capofamiglia», dicono i promotori di Ndangwini. «Le mamme sono protagoniste assolute degli sforzi messi in atto per raggiungere l’autosostentamento e l’indipendenza economica: partecipano a corsi di formazione e si aiutano a vicenda fornendo consigli e insegnamenti per gestire i risparmi, per accedere al microcredito, e per rendere profittevoli piccole attività commerciali».

A sostegno di questa bella iniziativa di auto-aiuto, nata e sviluppatasi dal basso in seno alla società civile mozambicana, si è attivata dall’Italia l’associazione Amici dei Padri Bianchi Ets, che promuove microfinanziamenti attraverso la creazione diun fondo di credito. Lo scopo è aiutare le donne di Magoanine B a uscire dalla spirale della povertà, fornendo loro quel piccolo ma prezioso aiuto economico che può valorizzare le competenze individuali e trasformare i sogni in progetti.

«I microfinanziamenti che intendiamo elargire vorrebbero creare le possibilità di un futuro concreto, attraverso il lavoro», spiega padre Luigi Morell, presidente della Ets. «Lo sviluppo sociale viene sostenuto, in questo caso, attraverso la responsabilizzazione dei microimprenditori, protagonisti della propria crescita… Siamo certi che, fornendo opportunità di lavoro, questi programmi miglioreranno l’autonomia delle persone coinvolte e promuoveranno lo status delle donne in seno alla famiglia».

Si punta dunque sulla microfinanza per avviare uno sviluppo economico e sociale che promuova la salute, l’istruzione, i diritti. Gertrud Simakampa, responsabile del programma di microfinanza per la confederazione di Caritas Africa, ricorda infatti che «la maggior parte dei Paesi africani sono schiacciati dal debito, senza dimenticare che l’attuale crisi climatica impedisce a milioni di persone di rispondere ai bisogni primari, in particolare l’accesso al cibo». Un aiuto economico anche piccolo, se diretto a valorizzare il lavoro dei beneficiari e la loro fame di riscatto, può innescare un circolo virtuoso. Le donne destinatarie dei finanziamenti potrebbero aprire piccoli negozi di frutta, verdura, articoli per la casa, utili per sé stesse e per le comunità locali. Altre potrebbero seguire corsi di taglio e cucito, al termine dei quali usufruire di macchine da cucire che permettano loro di avviare un proprio laboratorio.

Anche gli uomini potrebbero godere di finanziamenti e formazione professionale: nel settore della falegnameria, o dell’idraulica o delle attività agricole e pastorali. «L’Africa non ha bisogno di beneficenza, di aiuti fine a sé stessi», sottolinea padre Morell. «Piuttosto necessita di opportunità concrete e di investimenti sul futuro. E noi vogliamo operare in questa direzione. Questo progetto chiama un’intera comunità a mettersi in cammino e ad agire con responsabilità, dimostrando affidabilità e sostenibilità, facendo della solidarietà il suo perno. Siamo convinti che, con la disponibilità di credito, la prosperità e il progresso possano fiorire».

(contenuto redazionale di Coopera in Africa)

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