13/02/14 – Sud Sudan – Ai colloqui di pace anche la voce delle Chiese

di AFRICA

 

“L’impegno delle parti è tutto da dimostrare” scrive alla MISNA il vescovo anglicano Stephen Enock Tombe, uno dei rappresentanti del Consiglio delle Chiese del Sud Sudan intervenuti ad Addis Abeba alla ripresa di colloqui di pace tra il governo di Juba e i ribelli legati all’ex vice-presidente Riek Machar.

“Sul terreno le violazioni del cessate-il-fuoco concordato il 23 gennaio stanno continuando – sottolinea il vescovo – ed è evidente che tutti ora devono fare la loro parte ”. È proprio per questo, per contribuire ad avviare quel “dialogo politico” indispensabile per una soluzione del conflitto cominciato a dicembre, che i rappresentanti delle Chiese sono ad Addis Abeba. Per ora, spiegano alla MISNA, “sulla base di un semplice invito dei mediatori africani dell’Autorità intergovernativa per lo sviluppo (Igad) e senza uno status di osservatori”. La presenza dei vescovi potrebbe però in futuro assumere proprio questa forma, come indicato dai mediatori e suggerito dalle richieste di partecipazione al confronto avanzate negli ultimi giorni da più parti. “A farsi avanti – sottolinea il reverendo Tombe – sono state molte organizzazioni della società civile, da quelle che esprimono le posizioni dei giovani e delle donne a organismi religiosi come il Consiglio musulmano”.

Le pressioni per un coinvolgimento delle parti sociali si intrecciano a una dimensione più strettamente politica del negoziato. Oggi ad Addis Abeba dovrebbero arrivare e tenere una conferenza stampa sette dirigenti del partito al potere a Juba, rilasciati dal presidente Salva Kiir nonostante le accuse di aver partecipato a un tentativo di golpe addotto come causa scatenante del conflitto. La loro presenza era stata indicata dal fronte legato a Machar come una delle condizioni per la ripresa dei negoziati.

Secondo il capo-negoziatore dell’Igad, l’etiopico Seyoum Mesfin, i sette potrebbero cercare di costituirsi ad Addis Abeba come “terza parte” in un negoziato più complesso. Un’ipotesi rafforzata dall’incontro che i dirigenti hanno avuto ieri a Nairobi con il presidente keniano Uhuru Kenyatta. Un incontro al quale ha partecipato Rebecca Nyandeng Mabior, la vedova dell’eroe dell’indipendenza John Garang; ma non Pagan Amum, ex segretario generale del partito di governo tuttora agli arresti a Juba con l’accusa di “tradimento”. – Misna

 

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