05/02/14 – Centrafrica – Shock a Bangui: reclute massacrano presunto ribelle

di AFRICA

 

Violenza shock a Bangui, in Repubblica Centrafricana. Le reclute dell’esercito, dopo aver ascoltato il discorso della neo presidentessa Catherine Samba-Panza, hanno accusato un uomo di essere un ex ribelle e lo hanno massacrato fino ad ucciderlo. Nel brutale pestaggio, i militari lo hanno accoltellato, picchiato, colpito con blocchi di cemento al capo, per poi smembrare e dare fuoco al suo cadavere. Le scioccanti immagini delle violenze e delle reclute che trascinano il cadavere nelle strade, continuando a colpirlo con coltellate e massi, sono state diffuse dai giornalisti di Associated Press presenti sul posto. I militari si sono scagliati contro l’uomo dopo che alcuni hanno detto di averlo riconosciuto come un presunto ex membro dei ribelli Seleka, che con mesi di combattimenti destituirono dalla presidenza Francois Bozizé, mettendo al suo posto il loro leader Michel Djotodia.

Il nome dell’uomo ucciso era Idriss. Dopo averlo accusato di essere una spia infiltrata dei Seleka, un soldato lo ha accoltellato. “Lo ammazzerò con le mie stesse mani”, ha urlato un altro uomo che era sul posto per arruolarsi. L’evento era stato organizzato dal governo per sottolineare la ricostruzione dell’esercito, che si era sfaldato quando Bozizé fu destituito nel golpe del 2013. Samba-Panza, in carica dallo scorso mese, ha annunciato che i soldati presto saranno pagati, dopo cinque mesi senza retribuzione. Ha anche elogiato i militari: “Vorrei rinnovare il mio orgoglio per gli elementi delle Forze armate nazionali che sono qui e chiedere loro di sostenere le mie azioni dovunque siano”, ha detto. I soldati hanno ascoltato ordinatamente.

Ma quando la presidentessa se ne è andata, hanno preso il via le violenze. L’uomo accusato di essere un ribelle è stato accoltellato, quindi le truppe del Burundi lo hanno circondato per proteggerlo dalla folla che cresceva intorno. Il ferito era vivo e giaceva a terra ferito alla schiena. Vi è rimasto circa cinque minuti, poi i peacekeeper si sono ritirati senza sparare neppure un colpo di avvertimento, quando la folla ha continuato ad avvicinarsi. L’attacco allora è ricominciato. Alcuni soldati lo hanno di nuovo accoltellato, altro lo hanno bersagliato di calci al volto, mentre qualcuno lo colpiva con blocchi di cemento. Intorno, la folla lanciava urla di incoraggiamento. L’uomo, ormai morto, è poi stato trascinato lungo le strade della città. Il suo corpo è stato smembrato e dato alle fiamme.

Un ufficiale di polizia è uscito dal suo veicolo per tentare di fermare il brutale pestaggio, ma è stato accusato a sua volta di essere un traditore. Altri ufficiali sono riusciti a estrarlo dalla folla che urlava contro di lui e a portarlo in salvo a bordo di un mezzo militare. Nonostante Bangui non sia nuova a pestaggi mortali di civili da parte della folla, questo episodio è stato particolarmente violento e sottolinea quanto sia grave il caos nella Repubblica Centrafricana. Oltre mille persone sono morte a Bangui in pochi giorni a dicembre, mentre un numero imprecisato è morto in seguito in attacchi in gran parte contro i musulmani. Attualmente nel Paese si trovano 5mila peacekeeper africani e 1.500 soldati francesi. Oggi il loro compito è stato soldato restare di guardia, mentre i resti della vittima venivano portati via dalla Croce Rossa. – LaPresse/AP

 

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