Sud Sudan, ambasciate contro l’aumento dei costi dell’assistenza umanitaria

di claudia

Le ambasciate di Canada, Unione Europea, Francia, Germania, Giappone, Paesi Bassi, Norvegia, Svezia, Svizzera, Regno Unito e Stati Uniti hanno chiesto al governo di transizione del Sud Sudan di rimuovere i costi aggiuntivi imposti agli Stati donatori, alle agenzie delle Nazioni Unite e ai partner che forniscono assistenza umanitaria el Paesi.

Secondo un comunicato stampa, i tentativi di lucrare sugli sforzi umanitari includono il permesso di accreditamento ePetroleum, le tasse e gli oneri doganali, la nota di tracciamento elettronico del carico, il test di laboratorio sulle razioni alimentari e la tassa per la scorta di sicurezza.

Queste azioni, spiegano le ambasciate, sono contrare alla prassi internazionale e alla legge locale, secondo cui l’Onu, le sue agenzie, le missioni diplomatiche, i finanziatori e i partner esecutivi “sono esenti da accise, dazi e tariffe doganali e altre tasse, oneri e tariffe su beni e servizi direttamente collegati alle missioni diplomatiche o ai progetti finanziati dai donatori. Quando il governo di transizione impone tali costi, sottrae aiuti salvavita alla popolazione sud sudanese che ne ha bisogno”.

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