Somalia, siccità e terrorismo le sfide per il nuovo presidente

di claudia
Hassan Sheikh Mohamud

Hassan Sheikh Mohamud è il nuovo presidente della Somalia. È stato eletto ieri dal parlamento dopo una lunga giornata elettorale caratterizzata da imponenti misure di sicurezza per evitare possibili attentati da parte di al-Shabaab, milizia jihadista somala legata al network di al-Qaeda.

Hassan Sheikh Mohamud torna alla presidenza, dopo aver guidato il Paese tra il 2012 e il 2017, sconfiggendo il presidente in carica Mohamed Abdullahi Mohamed, detto Farmaajo, che ha ammesso la sconfitta. Il nuovo leader ha tenuto un discorso dai toni concilianti. “È davvero lodevole che il presidente sia qui al mio fianco””, ha detto Mohamud, riferendosi all’ex presidente, che si era seduto con lui mentre si contavano le schede. E ha aggiunto: “Dobbiamo andare avanti, non abbiamo bisogno di rancori. Nessuna vendetta”.

Il 66enne Mohamud è il leader del partito Unione per la pace e lo sviluppo, che ha la maggioranza dei seggi in entrambe le camere del parlamento. Membro del clan Hawiye, uno dei più grandi della Somalia, Mohamud è considerato da alcuni uno statista con un approccio conciliante. È anche noto per il suo lavoro come leader civico e promotore dell’istruzione. In passato è stato tra i fondatori dell’Università Simad a Mogadiscio.

Mohamud aveva promesso durante la campagna che il suo governo sarebbe stato inclusivo, riconoscendo gli errori del suo governo precedente, che ha dovuto affrontare molteplici accuse di corruzione ed è stato visto come distaccato dalle preoccupazioni dei gruppi rivali. Ora eredita diverse sfide dal suo predecessore, tra cui il numero crescente di attacchi del gruppo al-Shabaab e una devastante siccità che minaccia di gettare il Paese in una grave con milioni di persone senza fonti di sostentamento.

Mohamud dovrà anche riparare i danni causati da mesi di caos politico e lotte intestine, sia nell’esecutivo sia tra il governo centrale e le autorità statali. Sebbene il solo fatto di tenere le elezioni di ieri sia stato un successo, molti somali erano scettici su qualsiasi reale miglioramento. La maggior parte dei 36 candidati erano vecchi volti riciclati che in passato hanno fatto poco per arginare la guerra e la corruzione.

Nel suo discorso di commiato, Farmaajo ha affermato che il suo successore dovrà affrontare “un grande compito” e ha promesso la sua solidarietà. “Preghiamo per il nuovo presidente, è un compito molto difficile – ha detto -. Saremo solidali con lui”.

È dal 1991, quando è caduto il governo di Mohamed Siad Barre, che la Somalia vive in una situazione di profonda instabilità caratterizzata da conflitti tra clan e istituzioni centrali molto deboli. Il governo, oltre la capitale, ha scarso controllo del territorio e riesce a tenere testa ai miliziani jihadisti solo grazie al supporto delle forze internazionali.

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