Niger, Unicef: aumentano le scuole chiuse per insicurezza

di claudia

Il numero di scuole costrette a chiudere a causa dell’insicurezza nelle aree colpite dal conflitto è aumentato da 312 a 377 negli ultimi mesi in Niger. Lo ha riferito ieri l’Unicef, cogliendo l’occasione della  giornata internazionale sulla protezione delle scuole da attacchi. Le minacce alla sicurezza scolastica sono state particolarmente gravi nelle regioni di Tillaberi, Tahoua e Diffa. Nel 2020 sono state chiuse più di 300 scuole in tutto il Paese, colpendo quasi 22.000 bambini.

L’Unicef stima inoltre che in alcune aree fino all’80% dei bambini può subire traumi psicologici, impedendo loro di raggiungere il loro pieno potenziale da adulti. “Gli attacchi a scuole, studenti e insegnanti negano il diritto dei bambini all’istruzione e minacciano il loro futuro. Senza accesso all’istruzione, una generazione di bambini che vive in conflitto crescerà senza le competenze di cui ha bisogno”, ha sottolineato Stefano Savi, rappresentante dell’Unicef in Niger.

Il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia ha aiutato il governo a rispondere alle crisi fornendo accesso all’istruzione nelle regioni di Diffa, Maradi, Tillaberi e Tahoua. Nel 2020, più di 176.000 bambini colpiti da crisi di sicurezza e di sfollamento sono stati sostenuti per la continuità educativa in queste regioni. Alla fine di marzo 2021, altri 68.000 bambini, tra cui 23.000 ragazze, colpiti dalla crisi umanitaria avevano avuto accesso all’istruzione formale o non formale e 28.000 bambini avevano ricevuto materiali didattici individuali con il sostegno dell’Unicef.

La Repubblica del Niger ha approvato la Dichiarazione sulle scuole sicure nel giugno 2015. È un impegno politico per proteggere meglio studenti, insegnanti e scuole durante i conflitti armati, per sostenere la continuazione dell’istruzione e mettere in atto misure concrete per scoraggiare l’uso militare delle scuole. Approvando la Dichiarazione, gli Stati si impegnano a ripristinare l’accesso a un’istruzione sicura, a sviluppare sistemi educativi sensibili ai conflitti e a promuovere il rispetto tra i gruppi sociali o etnici. La Dichiarazione è un quadro per la collaborazione e lo scambio e i Paesi firmatari si incontrano regolarmente per riesaminare l’attuazione della Dichiarazione.

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