L’Etiopia paga gli effetti devastanti della crisi internazionale

di claudia

La crisi innescata dalla guerra in Ucraina fa sentire pesantemente i suoi contraccolpi anche in Etiopia, con effetti disastrosi sulla popolazione più povera e fragile. “Manca il grano, l’inflazione vola, la moneta locale si svaluta tutti i giorni e gli ospedali fanno sempre più fatica a operare”. Il racconto-appello di don Dante Carraro, direttore dell’Ong Cuamm, di ritorno da un Paese già colpito dalla pandemia e dalla guerra nel Tigray

Con un volo di solo 6 ore da Roma arrivi ad Addis Abeba, in Etiopia. È una tappa che tocco di frequente. L’Etiopia è un paese grande, con quasi 120 milioni di abitanti e 88 etnie. Un paese “altero ed esuberante”, con un Pil in crescita, una grande tradizione cristiana a maggioranza copto-ortodossa ben radicata e molto diffusa. Addis Abeba, la capitale, ha un aeroporto che funziona da hub per tutta l’Africa. Una metropolitana di superficie, una grande circonvallazione, la sede dell’Unione Africana, palazzi in costruzione ovunque. Grandi speranze infrante, negli ultimi due anni, a causa degli scontri armati provocati da una lotta interna tra il governo federale, guidato dal presidente Abiy, premio Nobel per la pace, e l’etnia dei tigrini del nord. Il Covid-19 ha indebolito il sistema sanitario e fatto regredire gli indicatori di salute; la siccità ha inaridito gran parte delle terre meridionali e generato una carestia diffusa. Infine, da qualche mese, la crisi in Ucraina, dove anche come Cuamm stiamo dando un aiuto concreto, con il suo impatto devastante e cruento. Sta penetrando in tutto il Paese e colpendo i prodotti di largo consumo, quelli alimentari in testa. E a pagare sono sempre i più poveri.

Il 75% del grano di cui l’Etiopia ha bisogno proviene dall’Ucraina e quel grano ora non c’è. Il prezzo del gasolio per litro è raddoppiato e a luglio hanno annunciato che aumenterà di quattro volte. L’inflazione galoppa, il Birr, la moneta locale, si svaluta di giorno in giorno, la povertà si sta aggravando.

I salari non bastano più per arrivare a fine mese, gli ospedali fanno fatica. Anche quello di Wolisso. Farmaci, trasporti, gasolio per il generatore, equipaggiamenti, esami di laboratorio, materiale sanitario, tutto costa di più e l’equilibrio finanziario è sempre più difficile. Le preoccupazioni sono tante, non ti fanno dormire di notte perché non ce la fai e non vuoi caricare i costi sui più deboli, su mamme e bambini. Questa è la guerra in Ucraina vista dall’Africa. Faccio a voi, carissimi amici, un appello accorato: abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti per non far pagare il prezzo della guerra ai più poveri, ancora una volta.

Don Dante Carraro (Direttore della Ong-Onlus Medici con l’Africa Cuamm)

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