L’Algeria e il dilemma Bouteflika

di Enrico Casale
Abdelaziz Bouteflika

L’Algeria è scossa dalle manifestazioni anti Bouteflika. Il Paese, o almeno una gran parte di esso, non vuole che il presidente si ricandidi per un quinto mandato. Finora le manifestazioni in patria e all’estero erano state pacifiche. Ma ieri si sono registrati decine di feriti e 45 arresti nelle proteste che si sono tenute nella capitale e in altre città, tra cui Orano e Sétif.

Secondo il quotidiano francese «Le Figaro», 56 poliziotti e 7 manifestanti sono rimasti feriti negli incidenti avvenuti alla fine della giornata vicino alla presidenza della Repubblica, nel quartiere di Mouradia. Anche alcune personalità politiche e altri candidati alle presidenziali si sono uniti agli appelli alle proteste. Il Fronte delle Forze socialiste (Ffs) aveva chiamato i suoi aderenti a marciare oggi ad Algeri.

L’Algeria non è un Paese qualsiasi. Dopo l’indipendenza del Sud Sudan, è diventato il più grande Stato africano. È inoltre uno dei Paesi più ricchi di idrocarburi (gas e petrolio) al mondo. Ma proprio dal settore estrattivo stanno nascendo grandi problemi. Nel 2018 la crescita del prodotto interno lordo dell’Algeria è stata positiva attestandosi all’1,3%. La crescita però è arrivata grazie agli ottimi risultati in diversi settori di attività (agricoltura, pesca, industria edilizia, lavori pubblici e idraulici) rispetto a quello degli idrocarburi.

Petrolio e gas sono ancora la spina dorsale dell’economia algerina e rappresentano circa il 35% del prodotto interno lordo e due terzi delle esportazioni totali. L’Algeria ha grandi riserve di gas di scisto, grazie alle quali si è posizionata come uno dei primi produttori al mondo. Dopo la Russia, è il principale fornitore di gas in Europa ed il primo fornitore nel continente africano. Nonostante le cifre molto promettenti, negli ultimi anni le statistiche hanno mostrato un calo degli investimenti esteri a causa di diversi motivi. Tra i più importanti: uno scandalo per corruzione, problemi di sicurezza, l’attuale legge sull’idrocarburi dell’Algeria e le sue condizioni fiscali per collaborare con compagnie petrolifere internazionali, bassi prezzi del petrolio e sfide operative.

L’Algeria è anche un bastione contro l’avanzata del fondamentalismo islamico nella regione saheliana. Uscita da una sanguinosa guerra civile negli anni Novanta proprio contro l’avanzata dell’Islam jihadista, negli ultimi anni ha collaborato con le potenze occidentali alla lotta contro la diffusione dei miliziani musulmani.

Il Paese si trova quindi di fronte a sfide impegnative. Abdelaziz Bouteflika sarà in grado di affrontarle? Il presidente proprio oggi compie 82 anni. Regge l’Algeria dal 1999 e già a 26 anni era ministro degli Esteri, incarico che ha ricoperto per 16 anni. La sua salute è malferma. Ha trascorso gli ultimi mesi ricoverato all’estero per riprendersi dalle conseguenze di un ictus che lo ha colpito nel 2013. Gli algerini non vogliono trovarsi con un capo dello Stato dimezzato. Ma forse neanche la comunità internazionale.

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