Gambia – HRW accusa ex dittatore Jammeh di violenze sessuali

di AFRICA

Sono molto gravi e serie le accuse contro l’ex presidente gambiano Yahya Jammeh che Human Rights Watch ha pubblicato ieri in un’inchiesta durata diciotto mesi e grazie alla quale l’organizzazione per i diritti ha scoperto casi di violenza sessuale ai danni di giovani donne. L’ex presidente del Gambia, che ha governato per ventidue anni, è sospettato di aver creato un vero sistema di abusi sessuali. Nel rapporto ci sono le testimonianze di tre vittime e dei loro parenti.

Otto responsabili della sicurezza personale dell’ex uomo forte del Gambia hanno riferito che, durante le riunioni di lavoro o gli incontri pubblici, era sufficiente che il presidente indicasse una donna per far scattare una “macchina” di persone pronte a preleverla e accompagnarla nel palazzo presidenziale.

Tra le testimonianze raccolte, spicca quella di Toufah Jallow. La giovane nel 2014 si aggiudicò lo scettro di “Miss Gambia” attirando le attenzioni di Jammeh. «Ho cercato di cancellare la storia dalla mia testa, ma non ci sono riuscita, quindi ho deciso di parlare per fare in modo che Yahya Jammeh ascolti ciò che ha fatto», ha dichiarato Fatou alla Bbc.

Lei e il dittatore, all’epoca cinquantenne, si sono incontrati nella capitale Banjul dopo la vittoria a un concorso di bellezza. Nei mesi successivi, ha raccontato la giovane, Jammeh si era comportato come un padre, le aveva donato soldi e regali, e aveva fatto allacciare l’acqua potabile alla casa della sua famiglia. Fino a quando il dittatore non le ha chiesto di sposarlo: al suo rifiuto, la miss è stata portata con l’inganno nella sua residenza privata e violentata.

Dopo lo stupro Fatou ha raccontato di essersi chiusa in casa per tre giorni e poi di essere fuggita in Senegal, dove ha cercato l’aiuto di organizzazioni umanitarie. Alla fine si è trasferita in Canada, che le ha riconosciuto lo status di rifugiata.

La Bbc ha provato a contattare il dittatore, che vive in esilio in Guinea Equatoriale, ma non ha ottenuto risposta. In un comunicato del suo partito, Aprc, si negano tutte le accuse. «Noi e il popolo del Gambia siamo stanchi degli attacchi infondati al nostro ex presidente», si legge nella nota.

Ieri, intanto, il governo di Banjul ha lanciato un appello esortando tutte le gambiane a denunciare eventuali violenze subite durante la dittatura.

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