eSwatini: trema l’ultima monarchia assoluta del continente

di Valentina Milani

Il piccolo e solitamente tranquillo regno di eSwatini, che fino al 2018 di chiamava Swaziland, è scosso da alcuni giorni da importanti proteste di piazza per la democrazia. Sembra così che anche l’ultima monarchia assoluta dell’Africa sente la terra tremare sotto i propri piedi.

Il montuoso stato dell’Africa meridionale è infatti una degli ultimi tre regni rimasti in tutto il continente africano, insieme al Marocco e al Lesotho, ma è quello dove il sovrano ha il maggior potere. Re Mswati III governa il paese da monarca assoluto da trentacinque anni, quando è salito al trono appena diciottenne, e nomina il primo ministro e il governo. I partiti politici sono banditi dal 1973 e non si possono presentare alle elezioni. Con la nuova costituzione del 2006 il parlamento ha solo un potere consultivo e il re governa per decreto. eSwatini ha tradizionalmente soffocato il dissenso e i movimenti pro-democrazia, così come i media, e non deve stupire che stia succedendo lo stesso anche questa volta.

Le proteste sono cominciate lunedì nelle maggiori città del regno, come Manzini e Matsapha, dopo che un decreto del governo ha bandito l’invio di petizioni per attuare le riforme democratiche nel paese chieste in aula da alcuni parlamentari. Alcune proteste spontanee dei giorni scorsi sono state sedate con la forza, provocando un’ondata di risentimento ancora maggiore. Per calmare i disordini, martedì il governo ha ordinato a tutte le attività commerciali di chiudere entro le 15:30 e ha imposto il coprifuoco per tenere in casa tutti i cittadini dalle 18:00 alle 5:00. Anche le scuole sono state chiuse e la connessione a internet da mobile è stata bloccata.

Il governo ha anche schierato nelle strade l’esercito che non ha esitato a sparare e arrestare alcuni manifestanti. Secondo i gruppi per la democrazia, decine di persone sarebbero morte e altre dozzine ferite, a causa dei colpi di arma da fuoco sparati sulla folla. Il bilancio provvisorio non è stato però confermato da fonti del governo.

Quello che chiedono i manifestanti è un governo democratico che serva gli interessi del popolo. Re Mswati III è accusato di violazioni dei diritti umani e di governare in modo repressivo. Come se questo non bastasse anche la vita private del re e della sua famiglia, è oggetto di critiche da parte dei cittadini. Mswati III ha 15 mogli ed è accusato di godere di uno stile di vita sontuoso mentre la maggior parte degli 1,1 milioni di abitanti del paese vivono in povertà. Anche per questo nelle proteste sono stati bruciati edifici, negozi e altri immobili di proprietà della famiglia regnante.

La monarchia assoluta di eSwatini trema sotto questa ondata di proteste violente, ma il re sembra deciso a non abbandonare per il momento. Martedì il governo ha infatti negato le voci secondo cui il re era fuggito dal paese alla volta del Sudafrica.

Intanto però da più parti sono già arrivate le richieste a eSwatini di fermare la violenza sulla popolazione e consentire lo svolgimento di manifestazioni pacifiche. Il Sudafrica – il più grande paese con cui eSwatini confina e sul quale basa gran parte della propria economia – ha chiesto all’esercito di ritirarsi e lo stesso hanno fatto gli Stati Uniti. 

(Tommaso Meo)

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