Crescita della popolazione, l’Africa dominerà il mondo

di claudia
Società post-razziale

di Andrea Spinelli Barrile

Fino al 2050 i paesi africani domineranno la crescita della popolazione mondiale: è quanto emerge da un report delle Nazioni unite, in cui si afferma che più della metà del previsto aumento della popolazione mondiale sarà concentrato in otto paesi, cinque dei quali proprio in Africa: si tratta di Repubblica democratica del Congo, Egitto, Etiopia, Nigeria e Tanzania.

Le ultime proiezioni delle Nazioni unite suggeriscono che la popolazione mondiale potrebbe crescere fino a circa 8,5 miliardi nel 2030 e 9,7 miliardi nel 2050, prima di raggiungere un picco di circa 10,4 miliardi di persone negli anni ’80 del 2000. La popolazione dovrebbe rimanere a quel livello fino al 2100.

Il rapporto mostra che la Nigeria è attualmente il sesto paese più popoloso del mondo e si prevede che entro il 2050 avrà la stessa popolazione degli Stati Uniti, 375 milioni di persone, diventando il quarto paese più popoloso del mondo.

L’Egitto diventerà uno dei principali motori della crescita della popolazione in tutto il mondo. Il paese nordafricano è stato inserito tra gli otto Paesi a livello globale i cui cambiamenti demografici accelereranno la crescita della popolazione in tutto il mondo. Gli altri sono Repubblica Democratica del Congo, Etiopia, India, Nigeria, Pakistan, Filippine e Tanzania. Il picco nella popolazione mondiale – che dovrebbe raggiungere gli 8 miliardi entro novembre e i 9,7 miliardi entro il 2050 – è stato attribuito al rapporto a un calo dei tassi di mortalità rispetto a un calo meno drammatico dei tassi di fertilità. 

Entro il 2050 anche l’Etiopia e la Repubblica democratica del Congo dovrebbero entrare nell’elenco dei primi 10 paesi più popolosi del mondo. Si prevede che i paesi dell’Africa subsahariana contribuiranno per più della metà dell’aumento previsto fino al 2050.

Liu Zhenmin, sottosegretario generale delle Nazioni unite per gli affari economici e sociali, ha detto che la rapida crescita della popolazione rende più difficile l’eliminazione della povertà, la lotta contro la fame e la malnutrizione e l’aumento della copertura dei sistemi sanitari e educativi. Nella maggior parte dei paesi dell’Africa subsahariana le recenti riduzioni della fertilità hanno portato a un “dividendo demografico”, con un aumento della quota della popolazione in età lavorativa (da 25 a 64 anni), offrendo un’opportunità per una crescita economica accelerata pro capite.

Il rapporto sostiene che, per sfruttare al meglio questa opportunità, i paesi dovrebbero investire nell’ulteriore sviluppo del loro capitale umano, garantendo l’accesso all’assistenza sanitaria e un’istruzione di qualità a tutte le età e promuovendo opportunità di occupazione produttiva e di lavoro dignitoso. 

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