22/11/13 – Mauritania – Al voto per legislative, ma opposizione boicotta

di AFRICA

 

È febbrile in Mauritania l’attesa alla vigilia dell’appuntamento con le urne per le prime elezioni legislative e municipali dal 2006. Circa un milione e 250.000 aventi diritto saranno chiamati a scegliere domani e, in caso di ballottaggi il 4 dicembre, tra 438 candidati in competizione per i 147 seggi all’Assemblea nazionale e oltre un migliaio di aspiranti per i consigli municipali.

Un vero e proprio test per il paese guidato da Mohamed Ould Abdel Aziz in vista delle presidenziali del 2014 e alla luce del boicottaggio di quasi tutti i partiti di opposizione. Tra i partiti anti-governativi, infatti, solo l’islamista Tawassul di Jemil Ould Mansour parteciperà al voto di domani. Dieci su undici degli aderenti al Coordinamento dell’opposizione democratica (Cod) hanno scelto invece di disertare le urne per protestare contro un voto che definiscono “a grave rischio” di brogli e oggetto di accese contestazioni per le difficoltà della comunità nera ad ottenere le cartelle elettorali.

La questione è al centro della campagna ‘Touche pas à ma nationalité’ (Non toccate la mia nazionalità) che nel corso degli ultimi due anni ha organizzato sit-in e marce di protesta contro quella che la comunità negro-mauritana, prevalente nel sud, percepisce come una discriminazione e una minaccia alla propria nazionalità da parte delle fasce ‘alte’ della società, per lo più arabe. In particolare, secondo gli attivisti, i cittadini negro-mauritani sono stati messi nelle condizioni di non poter rispondere a tutti gli adempimenti amministrativi chiesti per dimostrare la cittadinanza mauritana e ottenere la cartella elettorale. Secondo Abdoul Birane Wane, leader del Tpmn “il 15 o forse il 20% dei negro-mauritani non potranno andare a votare”.

Una situazione sociale complessa per una popolazione ancora alle prese con alti tassi di disoccupazione e una pratica persistente della schiavitù, fenomeno non ancora debellato. Sul fronte della sicurezza interna, inoltre, la Mauritania si è trovata a dover gestire i contraccolpi del conflitto nel vicino Mali, con un ingente dispiegamento militare alle frontiere e persino la partecipazione, con 1800 uomini, alla missione delle Nazioni Unite “Minusma”.

Tutti aspetti che, concordano gli analisti, peseranno sul voto dell’aprile 2014. Le ultime legislative e locali in Mauritania risalgono al 2006, due anni prima del colpo di stato di Abdel Aziz, un ex generale poi eletto presidente nel 2009 con un voto non riconosciuto dall’opposizione. – Misna

 

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