16/10/13 – R.D. Congo – Nord Kivu: ultimatum dei ribelli m23 all’esercito

di AFRICA

 

Il presidente del Movimento del 23 marzo (M23), Bertrand Bisimwa, ha accusato l’esercito regolare congolese di “compromettere i negoziati di Kampala con atti di guerra contro le posizioni” dei ribelli, lanciando un ultimatum di 48 ore ai soldati di Kinshasa per ritirarsi dalla ‘linea rossa’ e minacciando una “reazione”. Le dichiarazioni di Bisimwa seguono di alcune ore scaramucce tra le due parti, segnalate nella notte tra lunedì e martedì nella località di Kanyamahoro, a 30 chilometri da Goma, il capoluogo della provincia del Nord Kivu.

Contraddittorie sono le versione dei fatti circolate sull’accaduto. Da una parte la direzione dell’M23 ha denunciato di essere stata attaccata da soldati congolesi che avrebbero preso il controllo di due posizioni ribelli. Da un’altra il portavoce dell’esercito, il luogotenente colonnello Olivier Hamuli, ha puntato il dito contro l’M23 che avrebbe tentato un assalto notturno, respinto dai soldati di Kinshasa. I ribelli si sarebbero successivamente ritirati verso il villaggio di Kibumba, più a sud, mettendo in fuga centinaia di persone, ma senza causare alcuna vittima.

Dall’inizio dei colloqui di Kampala, nella confinante Uganda, all’inizio di settembre, si tratta del secondo combattimento segnalato tra le due parti. Venerdì invece i ribelli hanno aperto il fuoco su un elicottero dell’Onu che sorvolava il territorio sotto il loro controllo a nord di Goma. Nell’ambito dei colloqui, in stallo da settimane, la mediazione ugandese ha presentato la terza versione di una bozza di accordo sulla quale le due delegazioni dovrebbero cominciare a dibattere oggi stesso. Al centro del confronto c’è la possibilità di un’amnistia e dell’inserimento dei comandanti dell’M23 nell’esercito regolare.

Intanto dal terreno il governatore provinciale Julien Paluku ha denunciato l’arrivo sospetto a Kibumba di un’ottantina di giovani provenienti dal Rwanda, che sarebbero stati portati al campo di addestramento dell’M23 a Rumangabo. Ha destato anche interrogativi e preoccupazione il recente arrivo a Rutshuru di 200 famiglie di origine ruandese che, secondo Paluku, potrebbero costituire  “rinforzi” a sostegno della ribellione. L’M23 ha invece sostenuto che si tratta di rifugiati congolesi in Rwanda desiderosi di rientrare in patria. La scorsa settimana la società civile del Nord Kivu ha inviato un memorandum al presidente Joseph Kabila e all’Assemblea nazionale per segnalare “l’arrivo di militari ruandesi e ugandesi a Rusthuru, Masisi e Nyiragongo”. Da tempo l’Onu e alcune ong hanno dimostrato il sostegno politico, militare e finanziario fornito dal Rwanda e dall’Uganda all’M23. Ma in Nord Kivu sono anche in corso scontri che contrappongono altri gruppi: miliziani dell’Alleanza del popolo per un Congo libero e sovrano (Apcls) e Mayi Mayi Nyatura, Raia Mutomboki e Forze democratiche per la liberazione del Rwanda (Fdlr). – Misna

 

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