14/11/13 – Mali – Kidal, ritorno alle autorità tra divisioni e incertezza

di AFRICA

 

Cresce la tensione nel capoluogo settentrionale di Kidal nel giorno in cui la ribellione tuareg dovrebbe formalmente riconsegnare alle autorità maliane gli edifici del potere occupati da 18 mesi. In base agli impegni presi dalla direzione del Movimento nazionale di liberazione dell’Azwad (Mnla) nell’ambito dei negoziati con Bamako, entro stasera dovrebbero essere liberati e restituiti la sede del governo locale e della radio televisione pubblica (Ortm), ancora utilizzati come ‘basi’ dei ribelli. Una scadenza alla quale i giovani combattenti sul posto si oppongono: non intendono rinunciare ai privilegi che scaturiscono dall’occupazione di prestigiosi edifici e hanno già avvertito che potrebbero difendere la propria posizione anche con le armi.

Il futuro di Kidal, ultimo dei tre capoluoghi del nord (gli altri due sono Gao e Timbuctù, ndr) a non essere ancora tornato pienamente sotto il controllo dello Stato, è quindi motivo di divisione all’interno stesso del movimento tuareg ma anche di preoccupazione per Bamako e la comunità internazionale, a solo una settimana dalle legislative del 24 novembre.

Il sito d’informazione locale ‘Malijet’ ha invece denunciato “l’ennesima manipolazione della popolazione locale da parte dei banditi armati del fantomatico Mnla” in riferimento al sit-in tenuto ieri a Kidal, al quale hanno partecipato anche bambini e donne presumibilmente sotto minaccia. La marcia conclusasi con un sit-in pacifico è stata l’occasione per un piccolo gruppo di residenti di contestare la sovranità nazionale sulla città di Kidal, rimettendo ancora una volta in discussione il principio dell’indivisibilità del territorio maliano. Alcuni locali avrebbero parlato di “umiliazione” a proposito del ritorno nel capoluogo dell’amministrazione centrale.

L’Mnla aveva ripreso le armi nel gennaio 2012 contro Bamako per ottenere l’autonomia della vasta regione desertica dell’Azawad, ma si è poi fatto scavalcare da gruppi islamici estremisti, dando vita a una crisi armata durata 18 mesi. Un’offensiva lanciata dall’esercito francese, l’operazione Serval, sostenuta da soldati maliani e africani ha permesso di liberare il nord del Mali a partire dallo scorso febbraio. Nonostante la progressiva pacificazione dei territori settentrionali e lo svolgimento regolare delle presidenziali lo scorso agosto, la situazione rimane ancora instabile.

In un episodio separato, il capo di stato maggiore delle forze armate francesi ha annunciato che “esponenti di Al Qaida sono stati neutralizzati e ingenti quantità di materiale militare sequestrate” la notte scorsa in pieno deserto, a 250 km a ovest da Tessalit (nord-est). I 3000 militari di Parigi sono anche sulle tracce dei responsabili dell’uccisione dei due giornalisti francesi di Radio France Internationale (Rfi), Ghislaine Dupont e Claude Verlon, rapiti e assassinati poche ore dopo a Kidal lo scorso 2 novembre. E’ ricercato anche dalle forze maliane l’uomo identificato come il principale sospetto: Baye Ag Bakabo, un tuareg legato all’Mnla e ai jihadisti di Al Qaida. – Misna

 

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