In Africa, se si fa eccezione per il Marocco, il Lesotho e lo Swaziland, non esistono più monarchie. Con la decolonizzazione, la stragrande maggioranza dei Paesi ha scelto la Repubblica come forma di Stato. Eppure, nel continente, l’istituzione monarchica è ben più diffusa di quanto si pensi. I sovrani tradizionali non solo vengono rispettati come simboli della cultura locale ma, grazie alla loro indiscussa autorità morale, svolgono importanti funzioni in momenti di crisi politico-istituzionale. È il ruolo che ha svolto Mogho Naba, il re del regno mossi, durante il recente tentativo di colpo di Stato in Burkina Faso.
Non desta quindi sorpresa che la notizia dell’elezione del re dei yoruba (la seconda etnia del Paese) sia stata data con ampio risalto dai media nigeriani e, addirittura, dalla Bbc britannica. Adeyeye Enitan Ogunwusi è stato eletto nei giorni scorsi. Succede a Oba Sijuwade, morto a Londra nel mese di luglio all’età di 85 anni. La nomina non era scontata, anche perché la successione non è automatica come avviene e avveniva nelle monarchie europee. I criteri di selezione non sono stati resi pubblici, ma la leggenda vuole che i sovrani yoruba siano individuati tra i discendenti del dio Oduduwa dopo aver consultato l’oracolo Ifa. Ogunwusi è stato scelto tra 21 candidati, tra i quali anche suo fratello. Con i suoi 40 anni, è il più giovane sovrano tradizionale della Nigeria.
Al di là delle tradizioni, la famiglia di Ogunwusi è il rampollo di una delle più influenti e delle più ricche del Paese. Il peso delle sue parole sarà quindi e comunque influente in Nigeria.
