La Nigeria conferma: chiusura delle frontiere fino a nuovo ordine

di Raffaele Masto

La Nigeria ha confermato fino a data da stabilirsi la chiusura delle sue frontiere terrestri con Benin, Niger, Ciad e Camerun. Motivo: limitare l’importazione di riso e il contrabbando. La chiusura è stata imposta il 19 agosto scorso e sta creando enormi problemi in Nigeria e nei quattro Paesi confinanti, a cominciare da una forte inflazione dei prezzi delle materie prime. In Nigeria ora tutti i prodotti devono essere importati attraverso il porto di Lagos (nella foto), che è noto per l’inefficienza e la corruzione dilagante dei suoi gestori.

In Nigeria il prezzo del riso è aumentato del 30%, creando un grave malcontento popolare. L’inflazione è salita all’11,24%  lo scorso settembre dopo tre mesi consecutivi di ribassi, contro il risultato di agosto che si attestava all’11,02%, la cifra più bassa degli ultimi quattro anni.

Il Paese che soffre di più per la chiusura delle frontiere è il Benin, che ha un’economia fortemente dipendente dal vicino gigante nigeriano. Le autorità beninesi hanno definito la decisione del presidente nigeriano Buhari catastrofica e anche all’interno del Paese francofono c’è forte malcontento, aggravato dal fatto che il presidente Talon è contestato anche per le ultime elezioni vinte dopo aver messo fuori gioco i partiti di opposizione.

Ma, soprattutto, la decisione della Nigeria di chiudere le frontiere è una sorta di paradosso di un Paese che, sebbene firmatario dell’accordo per l’istituzione di un’Area di libero scambio continentale, avvia una strategia protezionista che va nella direzione esattamente opposta.

Condividi

Altre letture correlate: