20/06/13 – Algeria – Lunga malattia Bouteflika apre lotta successione

di AFRICA

La prolungata malattia e la conseguente assenza dalla scena politica del presidente algerino Abdelaziz Bouteflika sta di fatto aprendo la lotta per la sua successione, e le conferme arrivano dal moltiplicarsi di segnali che sottolineano come, con la sua ormai probabile uscita di scena, comincerà una durissima resa dei conti tra i suoi irriducibili partigiani ed i suoi avversari.

I quasi quindici anni di potere del presidente sembrano essere arrivati al capolinea e questo sta dando fiato ai suoi nemici, che hanno scelto un bersaglio importantissimo, quanto strategico, il fratello minore Said, una sorta di Richelieu algerino che ha condensato nelle sue mani un potere enorme, di fatto secondo solo a quello di Bouteflika.

Said, temutissimo non solo per il legame familiare con il presidente, quanto per la sua proverbiale ferocia nel difendere poteri e competenze, è sempre stato nel mirino dei nemici del fratello che ora, con la sparizione del presidente, stanno riprendendo la loro battaglia. In gioco non c’é solo la gestione attuale del potere, ma anche il futuro politico dell’Algeria che qualcuno vedeva già appannaggio di Said Bouteflika, al quale il fratello, con il quarto e ultimo mandato presidenziale (che doveva cominciare nel 2014), stava preparando forse la successione. A dispetto delle ombre sui comportamenti di Said Bouteflika, che sono moltissime e spesso grondanti di sospetti di corruzione e spregiudicata gestione del potere, soprattutto quando s’é trattato di affari e commesse legate al petrolio ed al gas di cui l’Algeria è ricchissima. Un potere enorme grazie anche al ruolo di consigliere speciale del fratello, nomina che già aveva scatenato durissime reazioni.

Ma Said, somigliantissimo al fratello nel fisico quanto nella durezza, resta sulla breccia, gestendo direttamente e senza cedere a compromessi la delicatissima fase della malattia del fratello, decidendo di centellinare le notizie sulla sua salute e gli incontri che il presidente sta avendo nella struttura parigina per portatori di grandi handicap soprattutto neurologici. Sarebbe stato lui il regista dell’incontro – il primo coperto da immagini tv – che il presidente ha avuto con il premier Sellal ed il capo di stato maggiore delle forze armate, Salah, a confermare la vicinanza del potere militare e politico al malandato Bouteflika. Un incontro a sorpresa, voluto forse per lanciare un avvertimento a quella parte dei servizi segreti che hanno solo sopportato e mai sostenuto il presidente.

Una regia attenta, quella di Said, che sembra volere dilatare al massimo i tempi della eventuale transizione, che se dovesse vedere soccombere il clan di Bouteflika, comporterebbe per lui un colpo mortale, e non solo per le sue ambizioni.

E intanto il ‘sistema Bouteflika’ comincia a perdere i pezzi: è stato rimosso, a sorpresa, Missoum Sbih, da oltre otto anni ambasciatore a Parigi, sede delicatissima per il rapporto di odio-amore che divide Francia ed Algeria. Una cosa che, con Abdelaziz Bouteflika ad Algeri, era solo impensabile. * Diego Minuti – ANSAmed

 

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