10/06/13 – Somalia – Kismayo: tregua negli scontri, civili in fuga dai combattimenti

di AFRICA

 

“Sono stati gli scontri più pesanti degli ultimi tempi. Molte persone hanno abbandonato le loro case, nei quartieri più a rischio, e ora sono sfollati a casa di amici e parenti o per le strade”: a raccontarlo alla MISNA è Mohamed Abdisamed Hared, dell’Università di Kismayo, la città portuale nel sud della Somalia contesa da numerosi clan e ora al centro di aspri combattimenti tra milizie rivali.

“Questa mattina la situazione è calma, ma le voci in circolazione dicono che le milizie torneranno a combattersi. L’università, come anche le scuole, è rimasta chiusa e in giro per strada si vede poca gente rispetto al solito” prosegue l’interlocutore della MISNA, confermando che gli scontri avrebbero provocato finora almeno 10 morti.

“Tutto è iniziato quando uno dei due leader che rivendicano il controllo sulla città ha cercato di incontrare il ministro della Difesa, venuto a Kismayo per cercare di risolvere la crisi in atto” prosegue la fonte locale, secondo cui da venerdì mattina le violenze sono proseguite per due giorni fino a ieri sera.

L’influente leader della milizia Ras Kamboni, Ahmed Madobe e il suo rivale Istin Hassan, ex signore della guerra, si sono entrambi proclamati ‘governatori’ di Kismayo. Un titolo che il governo di Mogadiscio – che cerca di ripristinare il controllo sulla città e sull’intera area del cosiddetto Jubaland – ha detto di non riconoscere a nessuno dei due.

Le istanze autonomiste e il sistema federale della nuova Somalia costituiscono una sfida cruciale per il governo di Mogadiscio e il futuro del paese. Dal Puntland, regione semiautonoma nel nord della Somalia, il vice presidente Abdisamad Ali Shire ha accusato il governo centrale di aver armato e finanziato “forze irregolari” per destabilizzare la sicurezza a Kismayo. – Misna

 

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