03/10/13 – Madagascar – Nosy Be: uccisi cittadini europei, ma il nodo è sociale

di AFRICA

 

Ha vissuto ore di tensioni l’isola turistica di Nosy Be, nel nord del paese, dopo la scomparsa di un bambino di otto anni, risalente a venerdì scorso, e il ritrovamento del suo corpo senza vita, abbandonato sulla spiaggia. La rabbia della popolazione si è scatenata contro due cittadini europei, residenti nell’isola, sospettati del rapimento e del traffico di organi di cui il ragazzo è rimasto vittima. Uno degli europei sarebbe di nazionalità francese mentre rimane incerta l’origine del secondo, francese ma secondo altre fonti italiana. I due sono stati uccisi dalla folla che protestava. I gendarmi, poco numerosi e con mezzi limitati a disposizione, non sono stati in grado di intervenire e sono rimasti chiusi dentro la caserma.

Ieri, i disordini sono già durati diverse ore quando la folla ha assediato il commissariato di polizia locale in seguito all’arresto di un individuo impiegato da uno straniero sospettato di traffico di bambini. Gli abitanti hanno incendiato copertoni, bloccando la circolazione, e le case di almeno otto gendarmi. In base ai bilanci diffusi dalla stampa locale, ieri un giovane è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco e un numero imprecisato di persone è rimasto ferito nelle violenze.

Secondo il sito d’informazione Midi Madagasikara, quanto accaduto a Nosy-Be è “emblematico del malcontento della popolazione nei confronti delle forze dell’ordine” e del fatto che “il popolo non ha più fiducia nello Stato”. Secondo la stessa fonte di stampa locale, il fatto di cronaca si inserisce in un contesto di “crescente insicurezza in tutte le province (…) che fa temere serie minacce di disordini” a tre settimane dalle presidenziali del 25 ottobre. Sono in subbuglio gli ambienti universitari, con nuove proteste in più campus, e il settore del legno di rosa dopo la decisione del presidente di transizione Andry Rajoelina di commercializzare gli stock sequestrati dal 2009.

In realtà la povera isola africana dell’Oceano Indiano sta pagando le conseguenze di quattro anni di crisi politico-istituzionale che ha pesantemente indebolito uno Stato e un’amministrazione già carenti. Dalle vicende politiche del marzo 2009, quando l’ex presidente Marc Ravalomanana è stato costretto a lasciare il potere, il Madagascar è sprofondato sempre di più nella crisi economica con gravi risvolti sul piano sociale. Da allora sono aumentati i traffici e i furti di vario genere, dalle risorse naturali, legni pregiati al primo posto, ai capi di bestiame. – Misna

 

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