Il cinema di Dagmawi Yimer, una voce per la la memoria dei migranti

di claudia
Dagmawi Yimer

di Claudia Volonterio

Dagmawi Yimer oggi è un affermato regista e documentarista di origine etiope, co-fondatore e vicepresidente dell’Archivio delle Memorie Migranti e vive in Italia dal 2006. La sua storia di migrazione comincia con una fuga da un Paese allora interessato da forti disordini politici. Tra i suoi vari documentari e cortometraggi citiamo la sua prima opera collettiva Il deserto e il mare, opera con cui raccoglie le memorie di chi come lui ha affrontato il terribile viaggio attraverso la Libia, provando a rompere il silenzio su questa tragedia contemporanea.

Il cinema di Dagmawi Yimer si nutre dell’esperienza personale del regista, nato ad Addis Abeba nel 1977 ed emigrato in Italia nel 2006. La restituzione di quanto ha vissuto in prima persona avviene negli anni attraverso i suoi film che si fanno voce di storie di speranza e sofferenza simili a quelle di tanti migranti che tentano la sorte del Mediterraneo per costruirsi un futuro diverso in Italia. Raccontare queste storie con autenticità è un’operazione resa possibile dalla sensibilità di Yimer, Il suo cinema negli anni si è definito e incentrato su temi sociali importanti.

La sua storia di migrazione inizia con una fuga dal suo Paese in seguito a manifestazioni, fortemente contrastate e represse dal governo, contro le elezioni politiche svoltesi nel maggio 2005. Yimer parte lasciando tutto, la famiglia in primo luogo, se ne va senza avvisare suo padre, ma solo sua madre e sua sorella. Il suo viaggio lungo e complesso si snoda tra il Sudan e la Libia, trovandosi faccia a faccia con le difficoltà del deserto. Riesce ad attraversare il Mediterraneo alla fine di luglio 2006 e a sbarcare in Sicilia, a Lampedusa. Nel maggio 2007 la sua passione per la narrazione visiva e il cinema prende forma grazie al corso di video-narrazione dell’associazione Asinitas Onlus, punto di riferimento per la formazione scolastica per molti immigrati africani, coordinata da Marco Carsetti e da altri operatori e volontari, dove Dagmawi studia e impara anche l’italiano. Il punto di svolta ed inizio del suo racconto e della sua carriera come regista comincia con il primo documentario: The Desert And the Sea (Il deserto e il mare) in collaborazione con l’associazione Asinitas, Zalab e Aamod. A quest’opera seguono una serie di corti, come Lo Scabocchio, Le sagome e Caravan. Nello stesso periodo ha realizzato il cortometraggio Welcome to your home insieme a Marco Carsetti. Non solo regia. In quegli anni Dagmawi lavora anche come mediatore culturale per la stessa onlus dove si è formato.

Uno dei pregi della sua cinematografia è la capacità di raccontare fatti che sono stati vissuti da lui in prima persona, riuscendo a restituirli al pubblico con una grande intensità ed autenticità. Lo si nota bene ad esempio in Come un uomo sulla terra, suo film incentrato sulla migrazione dalla Libia all’Europa. Co-realizzato con Andrea Segre e Riccardo Biadene, nel documentario, si legge nell’approfondimento “Il cinema di Dagmawi Yimer: un nuovo sguardo sull’Italia di oggi” di Daniela Ricci, alcuni migranti etiopi raccontano la tragica esperienza del viaggio attraverso la Libia, facendo luce su qualcosa di ancora troppo taciuto, ovvero l’orrore delle sue prigioni. In questo contesto i migranti subiscono condizioni brutali e disumane. Il punto di vista del regista emerge fortemente con un intreccio tra immagini d’archivio e racconti in prima persona, intervallati con un’abile utilizzo del montaggio.

Il film ha ricevuto diversi riconoscimenti ed è stato candidato al David di Donatello del 2009 come miglior documentario

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