Etiopia, l’appello dell’Onu: inviare nel Tigray gli aiuti umanitari bloccati in Afar

di claudia
Tigray

Il direttore del Programma alimentare mondiale (Pam), David Beasley, ha lanciato un appello perché il convoglio di aiuti umanitari bloccato da giorni nella regione etiopica Afar possa partire alla volta del vicino Tigray,  dove circa quattro milioni di persone, il 70% della popolazione, hanno bisogno di assistenza umanitaria, di cui 400.000 a rischio carestia.

“Il Pam finirà le scorte di cibo nel Tigray questo venerdì – ha scritto su Twitter – servono 100 camion al giorno per raggiungere tutte le persone che vogliamo sfamare. 170 camion diretti nel Tigray con cibo e altri rifornimenti sono bloccati in questo momento in Afar e non possono partire. Questi camion devono essere autorizzati a muoversi ORA. La gente sta morendo in fame”. La principale strada di rifornimento umanitario tra Semera, capoluogo Afar, e Macallé, nel Tigray è bloccata dal 18 luglio scorso, quando 10 veicoli del Pam sono stati attaccati a circa 115 chilometri da Semera, costringendo le Nazioni Unite a sospendere le operazioni.

Anche l’Alto Commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr) ha sollecitato le parti in conflitto a garantire immediato accesso umanitario e sicurezza agli operatori umanitari che tentano di fornire assistenza salvavita.  Il conflitto in atto dallo scorso novembre nel Tigray tra forze federali e combattenti dell’ex partito Fronte popolare di liberazione del Tigray (Tplf) ha investito nelle scorse settimane la vicina regione Afar, con l’avanzata delle forze del Tplf.  Le autorità locali hanno riferito nei giorni scorsi di circa 54.000 sfollati, che si vanno ad aggiungere ai circa due milioni causati dalla guerra nel Tigray. L’Unhcr ha confermato che i recenti scontri hanno costretto alla fuga migliaia di persone nella regione di Afar, ricordando che anche qui, come nel Tigray, si trovano già migliaia di rifugiati eritrei.

Il Tplf ha varcato il confine con la regione Afar dopo aver ripreso il controllo di Macalle a fine giugno, affermando di non puntare a conquiste territoriali, quanto a ridurre le capacità offensive delle forze governative. Il governo ha risposto lanciando un appello alla mobilitazione contro il Tplf, designato nei mesi scorsi come organizzazione terroristica, a tutte le regioni del Paese. In concomitanza con il rientro del Tplf a Macallè, Addis Abeba ha annunciato a fine giugno un cessate il fuoco unilaterale, anche per facilitare l’invio degli aiuti alimentari e consentire alla popolazione di tornare all’attività agricola, a fronte dell’emergenza alimentare. Ieri il governo ha accusato il Tplf di ostacolare le operazioni umanitarie non rispettando il cessate il fuoco. “Il cessate il fuoco unilaterale dichiarato dal governo federale dell’Etiopia continua ad essere ostacolato dalle provocazioni del Tplf – si legge in un comunicato – il governo ha tenuto nei magazzini della regione del Tigray oltre 400.000 quintali di grano e 2,5 milioni di litri di olio alimentare come riserva. Il benessere della nostra gente nella regione del Tigray rimane una preoccupazione per il governo dell’Etiopia. Le organizzazioni internazionali, in particolare quelle che lavorano nel Tigray, devono fare pressione sul Tplf perché metta fine alle sue provocazioni nella regione Afar e faccia passare il carico umanitario diretto nella regione”. 

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