Corridoi umanitari e accoglienza, il discorso del premier Mario Draghi

di claudia

Nella giornata di ieri il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha tenuto un discorso in Senato sul tema dell’accoglienza ai migranti, esprimendo la necessità di “incentivare canali di immigrazione legali”, rivolgendo in particolare un richiamo all’Europa che “dovrebbe impegnarsi di più, seguendo, ad esempio, il modello dei cosiddetti corridoi umanitari”. Il commento della Comunità Sant’Egidio

Il premier Draghi ha inoltre dichiarato in merito all’accoglienza dei migranti che “l’approccio del governo non può che essere equilibrato, efficace e umano. Deve essere efficace in due sensi, nel proteggere i confini nazionali dall’immigrazione illegale e dai traffici dell’immigrazione, ma efficace anche nell’accoglienza. Per trasformare i migranti in fratelli occorre saperli accogliere, bene e con il senso dell’importanza di essere italiani. Sennò non riusciremo ad accoglierli e ne faremo dei nemici. E ne abbiamo già fatti di nemici”

Come afferma in una nota la Comunità Sant’Egidio, si tratta del riconoscimento di una “best practice”, un modo migliore di agire della società civile, totalmente autofinanziata, che funziona perché riesce a mettere insieme la necessità di salvare chi fugge da guerre e condizioni di vita insostenibili, con l’esigenza di avviare percorsi di integrazione.

“Lo dimostra il fatto che in cinque anni siamo riusciti a portare con successo in Italia, in Francia, in Belgio e nel principato di Andorra, quasi 4mila persone dai campi profughi del Libano, dall’Etiopia e dall’isola di Lesbo” prosegue la comunità di Sant’Egidio nella nota, che auspica la possibilità che si possa concretizzare presto nuovi corridoi umanitari per salvare chi è nei campi di detenzione in Libia e chi è vittima della grave crisi umanitaria che si è aperta in Afghanistan.

“La nostra Comunità continuerà ad impegnarsi in questa direzione cosciente della necessità che si aprano anche altri canali di immigrazione legali, come quelli attesi da anni per motivi di lavoro, necessari oggi più che mai anche per rispondere in modo adeguato alla ripresa economica in atto.

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