Sahel: capo stato maggiore francese rassicura su fine Barkhane

di Enrico Casale
soldato francese dell'operazione Barkhane

Il nuovo capo di stato maggiore francese, generale Thierry Burkhard, ha concluso nel fine settimana una visita che lo ha portato in Ciad, Niger, e Mali e durante la quale si è discusso della fine dell’Operazione Barkhane.

A N’Djamena ha incontrato il presidente del Consiglio militare di transizione, Mahamat Idriss Deby, a Niamey il ministro della Difesa, e nei tre paesi attraversati – Ciad, Niger e Mali quindi – i suoi omologhi capi di stato maggiore degli eserciti, riferisce radio France Internationale.

Burkhard ha voluto assicurare a tutti che la fine dell’operazione Barkhane non corrisponde in alcun modo alla fine dell’impegno francese nel Sahel.  Se la priorità della Francia resta la lotta al terrorismo, la fine dell’Operazione Barkhane, e il passaggio da più di 5.000 a 2.500-3.000 uomini, segna l’ingresso in una logica di “cooperazione operativa e di supporto in combattimento, che farà affidamento in particolare sulla forza europea Takuba. Estonia, Repubblica Ceca e Italia sono già coinvolte, Portogallo, Danimarca e Ungheria lo saranno presto”, ha fatto sapere il portavoce, colonnello Ianni. Nessun dettaglio sull’andamento del disimpegno dei soldati francesi a terra, “per motivi di sicurezza”, ma il suo completamento è comunque previsto entro la fine dell’anno. Quanto alle basi di Kidal, Tessalit e Timbuktu, nel nord del Mali, “non saranno abbandonate”, ma occupate dai soldati dell’esercito maliano o dei caschi blu della Minusma.

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