Rd Congo, “gli sfollati nell’Est soffrono la fame”

di Valentina Milani
sfollati ituri (rd Congo)

La crisi umanitaria innescata dagli scontri tra l’esercito congolese e i combattenti del Movimento del 23 marzo (M23) nel territorio di Rutshuru, nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo, continua a destare preoccupazione. A lanciare l’allarme è il Comitato Internazionale della Croce Rossa sottolineando in una nota che nei siti che offrono rifugio agli sfollati l’entità dei bisogni rimane vasta.

Alla fine di dicembre, il Comitato Internazionale della Croce Rossa ha distribuito cibo a 47.950 persone e aiuti in denaro a 44.910 persone. “Molte delle famiglie che si erano trasferite nel campo di Kanyaruchinya in seguito all’escalation del conflitto tra il Movimento del 23 marzo (M23) e l’esercito congolese a Rutshuru lo scorso ottobre, non avevano ancora ricevuto cibo. La gente aspettava disperatamente l’arrivo degli aiuti”, si legge nel comunicato.

Migliaia di sfollati si sono recati ai piedi del monte Nyiragongo, dove veniva distribuito il cibo. Gli aiuti sono stati distribuiti sulla base di liste stilate durante il processo di registrazione effettuato in precedenza.

Quando sono fuggite dalla violenza armata, queste persone sono state costrette ad abbandonare quasi tutto: campi, bestiame, cibo e beni essenziali. “Si affannano a sbarcare il lunario senza mezzi di sussistenza”, riferisce il Comitato. Molti hanno accettato di lavorare come operai a giornata. Tuttavia, questo tipo di lavoro sta diventando sempre più scarso, data la crescita esponenziale del numero di sfollati. Di conseguenza, il reddito delle famiglie (sfollati interni e famiglie ospitanti) rimane basso. Il costo del consumo alimentare non supera in media i 2.000 franchi congolesi (circa 1 dollaro) al giorno.

Il campo di Kanyaruchinya, che ospita migliaia di sfollati, si trova a pochi passi da un altro campo che offre rifugio alle persone fuggite dall’eruzione del monte Nyiragongo nel giugno 2021. Le condizioni sono tutt’altro che igieniche e peggiorano solo quando piove. L’acqua piovana allaga spesso le piccole capanne di fortuna che servono da rifugio per le persone che non riescono a trovare posto nelle scuole, nelle chiese o in altri campi, lasciando gli occupanti vulnerabili alle malattie. In effetti, sul posto sono stati segnalati casi di colera.

In questa regione, la consegna degli aiuti è stata ostacolata da un’altra serie di difficoltà, osserva la Croce Rossa. Non è infatti stato possibile ottenere garanzie di accesso sicuro a diverse aree e gli smottamenti durante la stagione delle piogge hanno reso le strade impraticabili.

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