Nigeria: arrestato Kanu, ma il separatismo Igbo non si ferma

di Valentina Milani

Il Popolo Indigeno del Biafra (Ipob), attraverso il portavoce Emma Powerful, ha dichiarato che l’arresto del suo leader Nnamdi Kanu non fermerà l’impegno del gruppo per un Biafra sovrano. Powerful ha aggiunto che gli esponenti di Ipob si mobiliteranno per prendere d’assalto il tribunale in occasione del processo a Kanu. “Ipob non si arrenderà nel perseguimento della libertà del Biafra”, ha dichiarato. “Abbiamo attraversato il Rubicone nella nostra lotta per il ripristino della sovranità biafrana. Non si torna indietro, non importa il livello di intimidazione dei nostri oppressori”.

Kanu è stato arrestato domenica, probabilmente in Kenya, ed è stato portato in Nigeria dove il processo riprenderà, in sua presenza, il 26 luglio. Lo hanno annunciato le autorità nigeriane, ricordando che l’imputato deve rispondere di 11 capi d’accusa, tra cui terrorismo, possesso illegale d’armi ed evasione dagli arresti domiciliari.

La notizia dell’arresto ha suscitato clamore ed emozioni contrastanti nel Paese. Il procuratore generale e ministro della Giustizia, Abubakar Malami, ha detto che l’arresto è conseguito da uno sforzo collaborativo tra agenzie di sicurezza nigeriane e Interpol. Sui social media molti nigeriani hanno osservato che il Paese si sta confrontando con una serie di minacce molto urgenti e gravi (banditismo, terrorismo…) e che tanto zelo nei confronti di Kanu è sproporzionato rispetto alle emergenze reali, rappresentando solo una scelta politica. Molti hanno polemicamente domandato quando il governo si deciderà ad arrestare lo sceicco Ahmad Gumi, identificato come “portavoce dei banditi del Nord”.

Vari osservatori hanno espresso il timore che questo arresto, lungi dallo smorzare le aspirazioni separatiste del Biafra, sarà un detonatore per nuove azioni terroriste. L’Ipob, come è noto, si è dotato di un braccio armato, l’Eastern Security Network (Esn), che appare ben organizzato militarmente e che è considerato responsabile di numerose azioni violente contro bersagli istituzionali negli stati del sud-est. Ipob e Esn hanno recentemente siglato delle alleanze con i gruppi separatisti dell’Ambazonia, in Camerun, e con i sostenitori della Nazione Yoruba, nel sud-sud della Nigeria. Mazi Okechukwu Isiguzor, segretario generale dell’organizzazione igbo Ohanaeze Ndigbo, ha dichiarato invece di considerare il nuovo arresto di Kanu come l’inizio della fine delle violente agitazioni nel sud-est e una lezione per gli altri che non seguono i consigli degli anziani Igbo e dei leader politici.

L’ex leader, che ha anche la nazionalità britannica, era fuggito dal Paese nel settembre 2017 dopo essere stato rilasciato su cauzione. In quello stesso periodo l’Ipob era stato designato come gruppo terroristico. Kanu, che martedì è comparso davanti alla Corte di giustizia di Abuja in assenza del suo avvocato, ha dichiarato di essere fuggito per “salvarsi la vita”, dopo un’incursione da parte dei militari nella sua casa di Afara-Ukwu, vicino a Umuahia, nello stato di Abia. L’uomo ha affermato che sarebbe stato ucciso quel giorno,se non avesse avuto la prontezza di fuggire dal Paese.

L’arresto di Kanu domenica non è avvenuto a Londra, come era stato inizialmente ipotizzato, ma “in u n Paese africano”, secondo quanto una fonte governativa definita affidabile avrebbe rivelato alla testata Sahara Reporters. La famiglia di Nnamdi Kanu ha chiesto pubblicamente al governo federale di non maltrattare il figlio, che è attualmente sotto la custodia del Dipartimento dei servizi statali.

Kanu è stato arrestato la prima volta a Lagos, con l’accusa di tradimento, il 14 ottobre 2015 ed è stato detenuto per più di un anno. Durante le udienze appariva regolarmente avvolto in uno scialle da preghiera ebraico. In tribunale ha affermato di “credere nell’ebraismo ” e di considerarsi un ebreo. Il suo discorso assume una dimensione religiosa dopo una visita in Israele. Per Kanu gli Igbo, principale gruppo etnico nella regione secessionista, sono discendenti di una tribù di Israele e il suo ruolo è di condurli a un Biafra indipendente, che rappresenta una sorta di terra promessa. Per via di queste posizioni e degli inviti a sollevarsi con le armi contro lo Stato nigeriano, Kanu entra presto nel mirino dei servizi segreti nigeriani e il 18 ottobre 2015 viene arrestato nello Stato di Lagos dalla polizia segreta nigeriana, il Department of State Services. Viene rilasciato su cauzione 10 mesi dopo. “Sono più determinato che mai a proseguire nella mia battaglia”, dirà dopo il rilascio.

Il movimento Ipob ha come obiettivo quello di fare staccare un gruppo di stati nel sud-est del Paese, a prevalenza Igbo, dalla Nigeria, dando vita allo Stato indipendente del Biafra. Ipob ha sostanzialmente ripreso l’idea che era stata alla base della guerra del Biafra nel 1967.

(Stefania Ragusa)

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