Burkina Faso: Damiba ai capi religiosi, uniti contro il terrorismo

di claudia
Paul Henri Damiba

Il presidente del Burkina Faso, il colonnello Paul-Henri Sandaogo Damiba, ha invitato ieri i leader religiosi e comunitari delle regioni più colpite dal terrorismo “a fare la loro parte nella lotta contro questo male”.

Come riferisce la stampa locale, Damiba ha rivolto queste parole ai capi religiosi del Paese durante un incontro a Ouagadougou che faceva parte delle consultazioni avviate dal capo dello Stato in vista della ricostruzione del Paese.

Sulle ragioni del deterioramento della situazione della sicurezza in Burkina Faso, il presidente Damiba ha sottolineato che “questo è il risultato di una responsabilità collettiva”. Ha anche notato che il terrorismo è principalmente endogeno perché “sono i burkinabè che hanno preso le armi contro il loro Paese”. Convinto che la soluzione militare da sola non sarà sufficiente per sconfiggere il terrorismo, Damiba ha insistito sulla necessità di “contare su risposte sottili, su altre forme di risposta, su altre forme di azione che possono completare la risposta militare”. Il presidente ha quindi  invitato i leader religiosi, “custodi dei nostri valori, credenze e tradizioni, a svolgere appieno il loro ruolo, utilizzando la loro influenza”.

Dal 2015 il Burkina Faso sta affrontando un aumento degli attacchi terroristici che hanno causato la perdita di molte vite e più di 1,4 milioni di sfollati, secondo il governo. Il crescente stato di insicurezza ha anche provocato la chiusura di 2.244 scuole per 304.564 studenti in diverse regioni del Paese, a partire dal 28 maggio 2021, secondo le autorità. Inoltre, la violenza ha portato circa 17.500 persone a lasciare il Paese dall’inizio dell’anno, secondo l’Onu. Ad oggi, lo stato di emergenza è stato dichiarato in 14 delle 45 province del paese per facilitare la lotta contro il terrorismo.

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