24/11/14 – Senegal – Vocazioni in crisi anche in Africa?

di AFRICA

 

Una sola ordinazione sacerdotale negli ultimi dodici mesi, per l’Arcidiocesi di Dakar, e ben presto passerà almeno un anno senza nuove ordinazioni: «I bei tempi in cui i seminari erano pieni di candidati al sacerdozio sembrano allontanarsi, senza alcuna promessa di ritorno».

Il campanello d’allarme lo lancia il servizio di informazioni dell’Arcidiocesi di Dakar, che conta circa 350 mila cattolici, oltre il dieci per cento della popolazione. Già nel 2013 la Commissione diocesana per le vocazioni segnalava una diminuzione dei seminaristi nelle case di formazione. Al momento i seminari maggiori della diocesi, ospitano 53 aspiranti sacerdoti.

L’Arcivescovo di Dakar, il Cardinale Théodore Adrien Sarr, ritiene che sia necessario puntare prima di tutto sul discernimento, i candidati devono essere messi in condizione di scegliere la loro strada nella massima consapevolezza: «Il desiderio non è sufficiente, bisogna sempre misurarne la profondità. E’ necessario soprattutto verificare se è accompagnato da un insieme disposizioni interiori e di condotte esteriori, che lo accreditano. L’assenza di queste conferme, ci deve far interrogare sul valore delle pretese vocazioni».

La situazione appare diversa nelle diocesi di periferia, dove i seminaristi sono più numerosi: in media circa il 30 per cento in più che nelle zone urbane. La Commissione diocesana delle vocazioni fa appello a tutti i fedeli affinché si facciano carico di questa situazione: «Tutti siamo chiamati a considerare l’impatto di questo fenomeno e a cercare delle soluzioni»

Il dibattito è aperto. Prima di parlare di numeri però, bisogna considerare la situazione locale: «Le vocazioni sacerdotali e religiose nascono nelle famiglie – sostiene il delegato dell’Ufficio Pastorale dell’Arcidiocesi, padre Léon Diouf –. Non bisogna dimenticare che le nostre famiglie cristiane sono in cammino, se non di prima evangelizzazione. In ogni caso si trovano ancora ad uno stadio iniziale, di approfondimento della fede»

Questa fase riguarda non solo le famiglie, ma anche le istituzioni religiose, e in particolare quelle delegate alla formazione dei nuovi sacerdoti. Ecco perché il Cardinale Sarr si raccomanda con i formatori affinché «Il tempo di accompagnamento di quanti si presentano come candidati al sacerdozio o alla vita religiosa duri almeno due anni. Solo così chi guida questi giovani può attestare veramente la credibilità della pretesa vocazione».

Il 10 novembre i vescovi del Senegal hanno incontrato il Papa a Roma, in occasione della periodica visita “Ad limina”, insieme ai presuli della Mauritania, Capo Verde e Guinea Bissau. Papa Francesco, nel suo intervento, ha trattato anche il tema delle vocazioni, al di là dei numeri: «La formazione dei sacerdoti è determinante per il futuro. I vostri Paesi vivono situazioni diverse, ma il primato della qualità sulla quantità resta ovunque necessario». * Davide Demichelis – La Stampa

 

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